Nave Gregoretti: metà dei migranti accolti dalla Chiesa italiana nella struttura “Mondo Migliore” di Rocca di Papa

Nave Gregoretti: Cei, circa metà dei migranti accolti nella struttura “Mondo Migliore” di Rocca di Papa. Una cinquantina di migranti, fra i 116 sbarcati oggi dalla Nave Gregoretti al porto di Augusta, saranno accolti presso la struttura “Mondo Migliore” di Rocca di Papa. In tal modo la Conferenza episcopale italiana, tramite Caritas Italiana, “si è impegnata con proprie risorse professionali ed economiche a corrispondere a una richiesta del Ministero dell’Interno alla Chiesa italiana di farsi carico dell’ospitalità, dell’accoglienza e dell’assistenza – anche legale – di queste persone”. Lo rende noto una nota dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei: “L’iniziativa, in coerenza con analoghe misure assicurate dalla Cei in supporto sussidiario al sistema di accoglienza italiano, si colloca in un orizzonte di collaborazione che vede lo Stato Italiano e la Chiesa cattolica compartecipi nell’assistenza e accoglienza dei migranti”.
La procura di Siracusa ieri ha aperto un fascicolo sulla vicenda della nave Gregoretti della Guardia Costiera, ferma nel porto di Augusta dalla notte di sabato con a bordo 115 migranti. L’inchiesta aveva lo scopo di accertare le condizioni igienico-sanitarie dei migranti. Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Il procuratore Fabio Scavone, che ha sentito a lungo il comandante della Gregoretti, ha incaricato tre consulenti in malattie infettive di effettuare un’ispezione. “Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, dopo l’esito dell’ispezione potremmo trarre conclusioni”, ha detto Scavone. A sollevare il problema era stata una lettera inviata dal Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, in merito alla permanenza forzata da più di cinque giorni a bordo della nave “Gregoretti” dei migranti soccorsi in mare dalle Autorità italiane nella zona Sar maltese. Configurando la situazione dei migranti a bordo come “una privazione de facto della libertà personale”, il Garante ha chiesto di “ricevere urgentemente informazioni sulle loro condizioni e sulle circostanze del negato sbarco”. In particolare, il Garante ha espresso l’esigenza che gli vengano fornite delucidazioni in relazione alla risposta o meno alla richiesta di un “posto sicuro” (Pos). Inoltre ha chiesto notizia circa “la consistenza numerica delle persone migranti a bordo e la presenza di particolari vulnerabilità; la sistemazione in ambienti coperti o esterni; le condizioni materiali della nave (inclusa la fruibilità dei servizi igienici e la disponibilità di acqua corrente) e infine notizie circa le misure messe in atto per rispettare gli obblighi inderogabili di cui all’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti umani – che vieta trattamenti inumani o degradanti – con particolare riferimento all’accesso a cibo e acqua e alla tutela della salute”.

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