Le scelte come quelle di san Francesco e di santa Chiara sono diventate più difficili. E più necessarie

Quest’anno la festa della “tua” santa Chiara cade di domenica e quindi la liturgia della domenica prevarrà su quella della santa. Ma vorrei porti una domanda a proposito di Chiara. Questa: con l’attenuarsi del cristianesimo le scelte radicali come quelle di Francesco e di Chiara sono ancora più difficili o più necessarie? Anche perché di Francesco e di Chiara non se ne vedono molte in giro… Cinzia.

Cara Cinzia, la festa di santa Chiara cade quest’anno in domenica, ma noi la celebreremo con la sua propria liturgia, solennizzando il dono della sua presenza come nostra madre e fondatrice.

La sua figura e il suo esempio luminoso di vita, come quello di Francesco, sono monito a una radicalità evangelica che non può essere solo ammirata, ma anche proposta come via cristiana per tutti i battezzati.

Un cristianesimo forte in un mondo secolarizzato

Mi poni una domanda assai intrigante e impegnativa, alla quale accenno a una risposta. La nostra società occidentale, ormai scristianizzata, sembra aver relegato in un glorioso passato la vita cristiana come senso e possibilità di vita piena per gli uomini. Inoltre, pone la tecnologia, il consumo, il proprio piacere come uniche vie di realizzazione personale. Proprio per questo credo che alcune scelte radicali siano difficili  ma necessarie.

Diventa urgente per i cristiani del nostro tempo riflettere sulla autenticità della propria fede e quanto l’esperienza credente incida realmente nella vita concreta. Chiara e Francesco hanno risposto alla vocazione battesimale secondo il dono che lo Spirito ha riversato nei loro cuori, in quel contesto storico preciso, con la loro struttura umana e spirituale. Essi, come dicevo, restano ancora amici che possono accompagnare il nostro cammino illuminandolo con il loro esempio, indicandoci una via da seguire.

Testimoni di Vangelo oggi

Ma lo Spirito continua ad essere maestro interiore per ogni credente e per tutta la Chiesa, ispirando scelte, cammini, iniziative dal profumo di Vangelo, a volte nascoste, altre volte conosciute. Penso ad alcune figure contemporanee e significative che hanno testimoniato con radicalità la loro fede e i loro principi morali: Chiara Luce Badano, Chiara Petrillo, Carlo Acutis, Giorgio La Pira e tanti altri.

Ciò che motiva la serietà di una vita cristiana è certamente l’intreccio di un dono: la scoperta dell’amore del Signore e la risposta totalizzante a questo sguardo amorevole sulla propria esistenza da cui deriva la scelta di seguirlo con tutta la propria vita, in una relazione personale coinvolgente. Questa è la radicalità evangelica! È una questione di cuore, di amore e non solo di cose da fare, ma di fare bene ogni cosa, di vivere la propria vita come risposta all’amore dentro la specifica vocazione di madre, politico, lavoratore, giovane, ecc.

Una vita così diventa “provocazione” necessariacoscienza critica, in un tempo in cui si teme proferire una parola pubblica controcorrente e affermare stili di vita alternativi, per non uscire dal pensare e agire comune.

Il coraggio dei folli. E degli innamorati

, occorre il coraggio dei sognatori o dei folli, dei poeti o dei mistici, come Chiara e Francesco, per dare vita alla rivoluzione del Vangelo, per irradiarne il suo profumo anche nei nostri giorni. Occorre un grande coraggio, il coraggio di saper scegliere e di portare fino in fondo le conseguenze delle proprie scelte, vivendole con grande responsabilità e passione. Bisogna essere innamorati, capaci di abitare la propria vita, la propria interiorità, per una coerenza a ciò che si è e a ciò in cui si crede.

Questo forse è il coraggio che oggi più è carente: l’audacia di entrare in se stessi e ascoltare la verità del proprio cuore, in un silenzio abitato da tante voci, a volte inquietanti altre volti pacificanti, per scoprirvi quella di Dio. Occorre ingaggiare una lotta con i propri fantasmi, le paure e le ansie, il parlare insensato e superficiale, le pigrizie del cuore e del corpo, il combattimento contro ogni comodità, il rifiuto della fatica e dell’impegno, recuperare una certa ascesi, ormai fuori moda, e l’onestà del pensare e dell’agire.

Il cristianesimo non è facile, ma fa felici

Sì, cara Cinzia, il cristianesimo non è facile, ma fa felici! Ce lo dimostrano tutti gli uomini e le donne che sono state radicali, e hanno profumato la storia di Vangelo. Ce lo dice Chiara nostra madre, chiamata da Francesco “la cristiana” per la sua trasparenza evangelica, in una lettera che vuole essere anche per te augurio di una vita cristiana felice:

Gioisci anche tu nel Signore sempre, o signora in Cristo amatissima. Poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della sua divinità, per sentire anche tu ciò che sentono i suoi amici gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall’inizio ha riservato a coloro che lo amano.