Ponte Morandi un anno dopo il crollo. Bagnasco: “Genova ora deve pensare al futuro”

“A distanza di un anno dal tragico crollo del Ponte Morandi Genova è qui, e con noi prega per le vittime, angeli della nostra città. Li pensiamo nella luce, tra le braccia di Dio; e con gli occhi della fede li vediamo affacciarsi dalla finestra del cielo mentre pregano per i loro cari, per tutti noi: Genova non li dimenticherà mai”. Inizia con queste parole l’omelia che il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, ha pronunciato questa mattina durante la messa celebrata in Valpolcevera nel primo anniversario del crollo del Ponte Morandi. Di fronte alle massime cariche istituzionali, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il porporato ha pregato per le 43 vittime, “angeli della città” che hanno perso la vita in una “apocalisse che ci ha lasciati senza respiro”, ed ha ricordato che “la Città rinnova oggi il suo abbraccio ai familiari”. Ha poi sottolineato “la luce dei soccorritori” che hanno lavorato non solo “per dovere” ma anche, e soprattutto, “per amore”. In questi mesi e “nonostante gli interventi giunti, le difficoltà sono state pesanti” – ha proseguito – ma, “su tutto ha aleggiato la speranza, il credere in un futuro non lontano, e che oggi cominciamo a vedere”. Infatti, “la demolizione del rimanente troncone del ponte è stato come il definitivo distacco da un pezzo di storia, ma la Città è protesa al futuro, un futuro che, con onestà e determinazione, dobbiamo guardare insieme”. Da qui l’invito alla cooperazione. “Lo stare insieme, lo sperare e lavorare insieme, insieme camminare e guardare al bene non individuale ma comune – ha concluso – non è solo una regola d’oro per la Città e un modo per onorare i defunti, ma è anche la garanzia di una presenza più grande, di un Amore che ci abbraccia, e tutti conforta e rafforza: è la presenza e l’amore di Dio, l’invisibile, il più reale di tutto ciò che vediamo”.