Faccio sette battesimi. Due soltanto sono figli di coppie sposate. La Chiesa sta davvero agonizzando?

Un amico parroco mi dice: questo mese ho fatto sette battesimi. Delle coppie che hanno chiesto il battesimo per il loro bambino due soltanto sono sposate. Tutte le altre sono di conviventi. Il mio amico parroco è tra l’angosciato e il rassegnato. Anche lui non sa bene cosa pensare. Sa soltanto che “è così”. Non hai l’impressione che anche questo dato stia confermando che la Chiesa sta agonizzando? Luigi.

No, caro Luigi, non ho per niente quest’impressione, quanto piuttosto quella che la Chiesa stia facendo molta fatica ad entrare in dialogo con l’uomo del nostro tempo e a far fronte alle innumerevoli sfide che la complessità della storia e della realtà le pongono dinanzi. La sensazione che avverto è, infatti, quella che la comunità dei credenti non sia sufficientemente in grado di annunciare e rendere credibile l’amore di Dio per ogni persona e di essersi un poco smarrita nei labirinti della storia, incapace di incrociare i fratelli e le sorelle là dove essi sono realmente. Rigidità mentale e cardiaca? Senso di inadeguatezza? Pesantezza? Nostalgia? Forse!

La Chiesa soffre le doglie del parto

Più che una Chiesa in agonia ho l’impressione che sia una Comunità che sta soffrendo le dolorose doglie di un parto per rinascere più evangelica, fresca e significativa, come lo fu quella delle origini.

Dal mio punto di vista ammiro la Chiesa, mia madre, impegnata nella ricerca, mai conclusa, di camminare nella storia, con le sue contraddizioni, sporcandosi mani e piedi per portarvi il Vangelo del Signore.

La storia, lo sappiamo bene, è per sua natura dinamica: non è possibile esservi immersi e rimanere impermeabili a quanto l’umanità vive in difficoltà, debolezze, fragilità. Impossibile, di conseguenza, dare risposte “vecchie” a situazioni “nuove”! Già dai primi decenni della sua storia, essa fu chiamata ad interrogarsi e a discernere, per trovare risposte a circostanze non previste, né ipotizzate a priori, per comprendere quali passi da compiere e quali orientamenti perseguire per venire incontro all’uomo. Nacquero, così, i concili, i sinodi, i primi documenti magisteriali, e via dicendo, sino ai nostri giorni.

Riconosco in questo cammino l’azione dello Spirito santo che sempre l’ha guidata, ispirata, fortificata, rendendola capace di scrutare i segni dei tempi. Grazie allo Spirito santo, essa continua a camminare nel tempo costantemente attenta alle persone e a quanto esse vivono, per divenire “profezia, annuncio e segno dell’amore di Dio, disposta a correggere e a modificare le proprie posizioni e le proprie scelte, quando comprende che non sono del tutto conformi al Vangelo.

Il coraggio di Papa Francesco

È questo il coraggioso tentativo di papa Francesco, che lo espone a pesanti critiche. Con la franchezza e il coraggio del profeta, egli non teme di denunciare pubblicamente lo stile di vita mondano e pagano. Come pastore accorto e colmo di tenerezza egli riconosce, nell’attuale tempo storico, il kàiros di Dio; per questo non teme di richiamare tutti, senza mezze misure e senza mezzi termini, ai valori del vangelo, smascherando inganni pericolosi e subdoli.

Lasciamoci guidare, allora, dal suo magistero per diventare consapevoli della nostra vocazione a stare nella storia degli uomini come quel pizzico di lievito che fa fermentare tutta la pasta o quel pizzico di sale che dà sapore a tutte le vivande.

Purificazione o rinascita? Entrambe, caro Luigi e… Dio voglia che tutto sia per la sua gloria!