Consigli di una monaca a un prete spaesato

Ho visto le vostre proposte di spiritualità. Interessanti. Ma tu monaca avresti qualche specifico suggerimento di spiritualità da dare a me prete che, oggi, mi sento un po’ spaesato nella Chiesa che è essa pure spaesata? Don G.

Non assecondare questo stato d’animo, caro don G., ma rimboccati le maniche e datti da fare per riappropriarti della dimensione spirituale della tua vocazione cristiana e presbiterale, tentando di affondare nuovamente le radici della tua vita nella relazione affettiva con il Signore Gesù, stella polare che orienta il tuo passo anche in mezzo a oscuri labirinti esistenziali ed ecclesiali. Ti invito, perciò, a riscoprire o recuperare le coordinate interiori del tuo sacerdozio, indispensabili per “ritrovarti” e sentirti a casa” nella Chiesa che ti ha generato alla fede e che stai servendo.

Prenditi cura della tu vita spirituale. Un testo esemplare di s. Carlo Borromeo

Cura la tua vita interiore, sii fedele ai tempi di preghiera, all’ascolto della Parola, ai sacramenti, alla tua formazione, al confronto con una guida spirituale, impara a discernere i moti del tuo cuore, a dirti dei “sì” e dei “no” e ad assecondare l’azione dello Spirito che vuole plasmare in te l’uomo nuovo, creato ad immagine di Cristo.

Potrebbe esserti utile, a questo scopo, rileggere lentamente un brano, molto conosciuto, di san Carlo Borromeo; forse toccherà alcune corde del tuo cuore:

Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se lo vogliamo, possiamo far molto. Senza di essi però non sarà possibile tener fede all’impegno della propria vocazione.

Facciamo il caso di un sacerdote che riconosca bensì di dover essere temperante, di dover dar esempio di costumi severi e santi, ma che poi rifiuti ogni mortificazione, non digiuni, non preghi, ami conversazioni e familiarità poco edificanti; come potrà costui essere all’altezza del suo ufficio?

Ci sarà magari chi si lamenta che, quando entra in coro per salmodiare, o quando va a celebrare la Messa, la sua mente si popoli di mille distrazioni. Ma prima di accedere al coro o di iniziare la Messa, come si è comportato in sacrestia, come si è preparato, quali mezzi ha predisposto e usato per conservare il raccoglimento?

Predica prima di tutto con la tua vita

Vuoi che ti insegni come accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità?

Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché non si raffreddi e non perda calore. Fuggi, cioè le distrazioni per quanto puoi. Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili.

Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico. Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa. Predica prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua predica tu perda ogni credibilità.

Eserciti la cura d’anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso.

Comprendete, fratelli, che niente è così necessario a tutte le persone ecclesiastiche quanto la meditazione che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni: Canterò, dice il profeta, e mediterò (cfr. Sal 100, 1 volg.)

Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai.

Se celebri la Messa, medita ciò che offri. Se reciti i salmi in coro, medita a chi e di che cosa parli.

Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e «tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 14).Così potremo facilmente superare le difficoltà che incontriamo, e sono innumerevoli, ogni giorno. Del resto ciò è richiesto dal compito affidatoci. Se così faremo avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri».

«Robe d’altri tempi?» No, caro don G., tu lo sai bene, non sono cose d’altri tempi, ma suggerimenti sperimentati dai grandi santi, che possono diventare nostri. Buon cammino e buona sequela!