Padre Spadaro: il Sinodo cerca nuove strade per l’evangelizzazione delle periferie

Il 6 ottobre si aprirà a Roma l’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Pan-Amazzonica, annunciato da Papa Francesco nell’ottobre 2017. Il Sinodo e l’Amazzonia sono al centro di un intenso dibattito dentro e fuori la Chiesa Cattolica. La difesa dei diritti umani degli indigeni, la denuncia del colonialismo e del neocolonialismo. Lo sfruttamento brutale di popoli, foreste e risorse. La violenza omicida esercitata contro missionari e volontari di associazioni per i diritti umani e la difesa dell’ambiente. Le relazioni tra la spiritualità indigena e il Vangelo. Questi alcuni dei temi che saranno al centro della discussione sinodale. Per alimentare la conoscenza e fornire proposte di soluzioni, padre Antonio Spadaro ha raccolto i contributi e le riflessioni proposti dalla rivista “La Civiltà Cattolica” e ha scritto e curato il libro “Perché un Sinodo per l’Amazzonia? – Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”, pubblicato dall’editrice Ancora. Nella presentazione del volume il direttore de “La Civiltà Cattolica” ricorda che Papa Francesco ha convocato il Sinodo soprattutto per “individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta”. Per Spadaro, il Pontefice ha posto l’attenzione sui dimenticati, cioè gli indigeni. Ha parlato chiaramente di crisi ecologica. Infine ha fatto appello al Signore dell’universo chiedendo giustizia e pace. Giustizia sociale perché – ha precisato il padre gesuita – “la vita in Amazzonia è minacciata dalla distruzione e dallo sfruttamento ambientale, dalla sistematica violazione dei diritti umani fondamentali della popolazione amazzonica: in particolare, dalla violazione dei diritti dei popoli originari. La minaccia alla vita deriva da interessi economici e politici dei settori dominanti della società, soprattutto delle compagnie estrattive”. Il tema forte è proprio quello del rapporto tra la Chiesa e il potere. Mettere in discussione il potere anteponendo la difesa del territorio e dei diritti umani significa mettere a rischio la propria vita, aprendo un cammino di croce e martirio. Il numero di coloro che sono stati uccisi per la giustizia e la difesa della terra in Amazzonia è allarmante. È notizia dell’ultima settimana che due esponenti di associazioni per la protezione degli indigeni e della foresta sono stati uccisi da gente armata. Maxciel Pereira dos Santos, che lavorava da oltre dodici anni per la Fondazione nazionale dell’indigeno (Funai), ente nazionale brasiliano per la protezione degli indigeni della foresta, è stato ferito mortalmente da una raffica di pallottole mentre passeggiava lungo un viale di Tabatinga con la moglie e la figlia. La professoressa Diana Isabel Hernández Juárez è stata uccisa sabato scorso da due uomini armati mentre partecipava a una processione a Santo Domingo. Diana Isabel era coordinatrice del comitato ambientale della parrocchia di Nuestra Señora de Guadalupe nel Dipartimento di Suchitepéquez, sulla costa meridionale del Guatemala. Si dedicava a progetti di riforestazione e recupero di specie rare autoctone nella foresta amazzonica. “La Chiesa – ha sottolineato padre Spadaro – non può rimanere indifferente a tutto questo; al contrario, deve sostenere la protezione dei difensori dei diritti umani e ricordare tanti suoi figli che hanno immolato la loro vita”. Un altro punto che sarà al cento della riflessione sinodale è il dialogo tra il cristianesimo e la spiritualità indigena all’interno della visione di “ecologia integrale” messa in rilievo da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’. Il volume curato da padre Spadaro contiene, tra l’altro, le interviste al cardinale brasiliano Cládio Hummes, che il Papa ha nominato Relatore generale del Sinodo, e ai padri gesuiti Adelson Araújo dos Santos, brasiliano, e Arturo Peraza, venezuelano.

(L’autore è direttore di Orbisphera, per approfondimenti www.orbisphera.org)