Il presepio anche nel monastero

Papa Francesco raccomanda di costruire il presepio dappertutto: in casa, nelle piazze, nelle scuole… Voi che cosa pensate di questo invito? E voi lo costruite il presepio nel vostro monastero? E come è? Angela

Cara Angela, la lettera di papa Francesco con la quale invita tutti a costruire il presepio, è stata per noi una bellissima e gradita sorpresa.

Noi, figlie di san Francesco e la tradizione del presepio

Nell’approssimarsi della nascita del Signore, riandare a questo evento a noi tanto caro, è motivo di gioia e invito a riappropriarci di un gesto che fa parte della tradizione del nostro ordine, del nostro paese e del mondo.

Per noi figlie di san Francesco è ritornare alla notte santa di Greccio dove lui «volle rappresentare il bambino nato a Betlemme e vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».

Il presepe appartiene al linguaggio figurato che per secoli ha rappresentato la Bibbia dei poveri, l’opportunità per l’ annuncio della fede. È un piccolo segno che rappresenta la nascita di Gesù e annuncia il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia.

Papa Francesco invita le famiglie a trasmettere questa gioiosa abitudine che racchiude in sé una ricca spiritualità e auspica che dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata.

Il presepio non è solo per i bambini

Non è quindi un’iniziativa da fare solo con o per i bambini, ma un’opportunità per tutti i credenti di rendere visibile il mistero e di guardarlo con lo sguardo del cuore per meglio contemplarlo, interiorizzarlo e divenirne partecipi.

Il Natale è un evento che coinvolge credenti e non credenti e suscita sentimenti di bontà, di tenerezza, di nostalgia di un mondo più umano e solidale. Guardare al presepio diventa per tutti occasione per dar voce ai sentimenti più nascosti, a quei desideri “santi” che la povertà e l’umiltà di quel bambino ancora suscitano negli uomini, per “sentire e toccare” quanto Lui ha vissuto, per incontrarlo e seguirlo nella via regale che lui ha scelto.

Costruire in ogni casa il presepe educa a contemplare il volto di Gesù, a sentire quell’amore smisurato di Dio che ha voluto donare il suo amatissimo Figlio per salvare l’umanità, per annunciare la vicinanza di Dio a ogni uomo. Egli non è relegato nell’alto dei cieli, ma è disceso sulla terra, è il Dio con noi e per noi, che ha condiviso tutto con l’uomo, perché egli possa riscoprire la sua chiamata alla figliolanza e alla vita divina.

Stupore e commozione davanti al mistero. Anche nel monastero

Come non stupirsi davanti a questo dono, come non lasciarsi commuovere da tanto amore!? Stupore e commozione non sono solo sentimenti del momento che poi passano, ma possono essere l’inizio della trasformazione dei cuori toccati dalla grazia di Dio, e suscitare delle vere conversioni, dei ritorni a Lui.

La ricchezza di questo evento è anche per noi sorelle un dono  che ogni anno si rinnova nella liturgia e nell’impegno a rappresentare in ogni ambiente del monastero, dalla chiesa alla portineria e ogni altro luogo comune in cui viviamo, la nascita del Salvatore. Nelle settimane che precedono il Natale un’esplosione di creatività ci avvolge e il monastero diventa un laboratorio per dare forma con materiali e colori diversi, alla bellezza di diversi presepi.

Ogni anno dalle nostre mani nascono presepi tradizionali o simbolici, grandi o piccoli, che narrano la venuta del Figlio di Dio, ieri e oggi, in Italia o in qualche paese del mondo. Colori, stoffe, legni, plastica, nelle nostre mani si trasformano e creano ambienti, personaggi, panorami, cieli stellati. Creare i presepi non è solo azione artistica, ma rappresentazione dell’evento, occasione perché ogni ambiente della nostra vita ne diventi una memoria vivente.

Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama al punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui.

E sia un felice Natale!