Buon Natale. Perché è Natale, nonostante tutto

Buon Natale! Ce lo diremo spesso in questi giorni. Sarà il leitmotiv che caratterizzerà il nostro incontrarci per strada, fuori dalla chiesa, nei luoghi di villeggiatura dove qualcuno trascorrerà le meritate e agognate vacanze.

Faccio fatica a dire “buon Natale”

Eppure vi confesso che io sto facendo tanta fatica. E le tante belle lucine sugli alberi, le luminarie, mi risultano come un pugno nello stomaco. Vi chiedo scusa, ma non riesco a capire se sia Natale o venerdì santo.

Sarà la percezione che il nome “Gesù” trovi sempre meno spazio in quel Natale che pure ha in Lui il suo unico senso, ma quello che è successo a Sondrio mi costringe a fermarmi e a chiedermi: “Dove siamo? Dove andiamo?”.

Una donna, una donna africana, con in braccio la sua cucciolina di cinque mesi. Si sentono le sue urla al pronto soccorso. È morta, la piccolina è morta. E lì, al pronto soccorso, c’è chi ride: quella donna starà facendo riti vodoo, scenate isteriche, tanto “quei negri lì sanno solo fare figli e ne sfornano uno all’anno”, e poi, a dimostrazione del livello al quale siamo arrivati, ecco la ciliegina sulla torta: “zitta scimmia!”.

Natale. Ma una immigrata che perde la sua bambina viene insultata

Bravi, complimenti, se potessi verrei con una piccola commissione a casa vostra per poi premiare il vostro presepe, pieno di parole dolci, come si deve a un oggetto che deve esserci nelle nostre piazze perché, altrimenti, ne va della nostra tradizione e cultura cristiana.

E questa, carissimi, non è una riflessione politica, ma di umanità, senza la quale non esiste fede. Provo un dolore che mi lacera dentro.

Con alcuni fragorosi silenzi

Qualche reazione c’è, almeno sui social, ma, no, è troppo poco. Qui bisogna agire. Sono sincero, come fossi in confessione: non ho resistito a tenere d’occhio i siti dei cattolici tradizionalisti, per vedere come avrebbero preso posizione sul tema. Li aspettavo al varco. Invece, nulla. Assoluto silenzio. Del resto, mica si tratta di Amoris Laetitia, qui non c’è un papa da mettere in stato d’accusa per eresia… Eh già, in effetti la normativa canonica non afferma in alcun canone che non si può dare della “scimmia” a una donna che piange la bimba appena morta. No no, quello che conta è dire che il Papa è demoniaco perchè benedice una croce dove al posto di Gesù c’è un salvagente appartenuto a un profugo scomparso. Eh già, perché “in persona Christi” sono coloro che celebreranno a Natale con la solennità della lingua latina e con le chiroteche… che vuoi che c’entri un uomo che muore in mare con Gesù Cristo? Se stava a casa sua non accadeva niente!

Il mio personalissimo presepe

No, non va. Io voglio fare qualcosa. Devo farlo. Cercherò di capire cosa. O cominciamo davvero a sporcarci le mani, alla luce del Vangelo, o non avremo futuro, in primis come uomini, poi come cristiani. Eppure, è Natale. Allora farò così: il mio presepe quest’anno sarà quella donna distrutta dal dolore, con in braccio la piccola appena nata, che, nel ricordarmi il Natale, mi rimanda anche alla deposizione, quando quel Bambino nato per noi, per noi darà la vita, sulla croce, e verrà accolto tra le braccia della Madre, come quando venne al mondo.

Cari lettori, con la speranza che i nostri cuori si aprano all’annuncio autentico del Natale, quello di un Dio che “si presenta a noi in un bambino, per farsi accogliere nelle nostre braccia” (Francesco, Admirabile Signum) e per dire l’amore di Dio per l’intera umanità, vi auguro di cuore un Buon Natale e vi assicuro un ricordo nella mia povera preghiera, mentre oso chiederne una per me, i miei cari e le mie comunità da parte vostra. Buon Natale del Signore!