Padre Melchiorre Arnoldi, missionario a Hong Kong e tra i giovani italiani: «Le parole muovono, gli esempi trascinano»

«Le parole muovono, ma gli esempi trascinano». Lo diceva san Gregorio Magno, e lo ripete con convinzione, a secoli di distanza, padre Melchiorre Arnoldi: missionario bergamasco che da anni, prima a Hong Kong e poi in Italia, promuove un apostolato di strada, basato sul contatto diretto e nel quotidiano con la gente.
Classe ’37, nato a Peghera di Taleggio, padre Melchiorre entra nel Pontificio istituto missioni estere, dopo un biennio passato nel seminario diocesano di Clusone. Nel 1964 viene ordinato sacerdote a Milano: inizialmente svolge il suo servizio presso gli uffici centrali del P.I.M.E, prima di essere mandato in missione a Hong Kong.
«Nel 1970 – racconta il religioso bergamasco – arrivai nell’ex colonia britannica e, dopo un periodo di studio della lingua cinese, iniziai la mia attività di coadiutore in parrocchia. Non ho mai voluto diventare parroco perché il mio scopo ad Hong Kong era soprattutto quello di formare gruppi di preghiera a livello familiare, basati sulla Bibbia. Inoltre, volevo essere libero di diffondere il Vangelo, tramite il volantinaggio e il contatto diretto con le persone per strada o girando di casa in casa tutto il territorio della diocesi: credevo e credo tutt’ora nell’importanza dell’attività tra la gente, sull’esempio di Gesù che predicava nel tempio, in piazza e sulle montagne».
Nel 1973, perciò, padre Melchiorre avvia il Gospel Movement: il movimento del Vangelo, i cui membri si radunano mensilmente con i loro padri per leggere e meditare la Bibbia, pregare il rosario e riflettere sulle vite dei santi. «Le persone, soprattutto a Hong Kong, capiscono meglio i testi sacri se ad essi si accompagna un esempio concreto – rileva il missionario bergamasco -. Il santo è Vangelo vissuto: è un paradigma chiaro e comprensibile, perché mostra come si possa mettere in pratica questa o quella frase della Bibbia».
Per oltre trent’anni, padre Melchiorre ha operato a Hong Kong, essenzialmente su due fronti: l’apostolato ordinario nella parrocchia e, appunto, l’attività del Gospel Movement presso le case, nelle piazze o in altri luoghi pubblici. Come sostegno all’impegno in mezzo alla gente, il religioso diede inoltre inizio ad un cenacolo eucaristico in un appartamento, «per essere come Maria e Marta, convinto che le conversioni siano frutto di grazia più che di sforzi umani».
Il riscontro della componente locale, in ogni caso, è sempre stato positivo: ad oggi la diocesi di Hong Kong è la più grande in assoluto tra quelle cinesi e il tasso di catecumeni che si registra nell’ex colonia britannica è uno dei più alti dell’intera Asia. «La gente del posto – spiega l’ottantaduenne – è molto accogliente e comprensiva nei confronti dei missionari, e tiene conto dei nostri sforzi. Le parrocchie sono piene di giovani che si impegnano in diverse attività e la collaborazione dei laici non si fa desiderare: i cinesi di Hong Kong, infatti, sono molto attivi e amano organizzarsi in gruppi. Questa impostazione, invece, non si vede in Italia, dove si devono fare sforzi per trovare collaboratori nell’apostolato».
Nel 2003, padre Melchiorre è costretto a interrompere il suo impegno sul campo perché, ammalatosi, deve rientrare definitivamente in Italia; col tempo, però, riesce a recuperare parte della salute, in modo da poter continuare le attività del Gospel Movement, denominato ora Evangelizzazione e Testimonianza (www.evangelizzazionetestimonianza.org).
Lo spirito del gruppo è basato sulla devozione al Sacro Cuore, in forma di adorazione eucaristica, e su attività esterne come l’apostolato di strada, conosciuto e praticato in diverse nazioni: chi ne fa parte prende contatto con la gente di ogni tipo nei luoghi pubblici, con attività parallele a quelle dei Testimoni di Geova ma con minor eccesso e proselitismo.
«Questo tipo di apostolato – illustra padre Melchiorre -, che  sto continuando in Italia da oltre dieci anni, ha il suo centro presso la chiesetta di padre Pio a Lecco, dove ci sono turni di adorazione eucaristica giornaliera e da dove si parte per fare volantinaggio sulle strade: incontriamo soprattutto giovani studenti per convincerli della validità del cristianesimo, non tanto con ragionamenti ma più con esperienze di vita vissuta. Sono tanti i ragazzi che non vanno più in chiesa, che sanno pochissimo della religione cristiana: l’unico mezzo per attirarli alla fede e alla pratica religiosa consiste, prima di tutto, nell’indurli verso la lettura della Bibbia e la preghiera personale. Spesso siamo scambiati per Testimoni di Geova, ma facciamo presente che siamo Testimoni di Cristo».
Il Vangelo, infatti, dice che Gesù predicava nel tempio e nelle strade, ed è questa la via che padre Melchiorre vuole percorrere, anche in seguito all’invito di Papa Francesco ad andare nelle periferie. «Oggi esse sono rappresentate dalle persone lontane da Dio e dalla Chiesa, che bisogna incontrare nel loro ambiente per attirale al Signore in tutti i modi possibili, e per evitare che entrino in sette, come i Testimoni di Geova, o diventino atee. Gesù, salendo al cielo, ci ha dato questo ordine: “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della Terra”. In questi anni è quanto sto facendo ogni giorno assieme a due o tre aiutanti, distribuendo volantini contro i mali della società e indicando i modi per prevenirli».