Caro Trump, gli ambientalisti portano pace (e fortuna)

“La nostra casa sta ancora bruciando” ha detto Greta Thunberg al Forum economico mondiale che si svolge in questi giorni a Davos. Il tema della salvaguardia ambientale quest’anno ha conquistato spazio, un segno di maggiore consapevolezza, anche se per ora, come ha sottolineato la giovane ambientalista svedese, i risultati concreti si fanno attendere. Dall’altra parte ci sono sempre i capi di Stato come Donald Trump che definiscono “profeti di sventura” coloro che mettono in guardia sui cambiamenti climatici.
C’è il rischio che il riscaldamento globale diventi la miccia di una serie interminabile di conflitti. E’ già il punto di innesco di una polemica tra generazioni e fazioni politiche, all’origine di un’accesa lotta tra opposti interessi economici, in uno scenario mondiale molto complesso. In futuro però, secondo uno studio della rivista Nature, un aumento delle temperature medie di quattro gradi rispetto al periodo preindustriale (secondo gli accordi di Parigi, per ora scarsamente rispettati, dovrebbe essere al massimo di due) potrebbe far crescere le guerre addirittura del 26%. Il clima, infatti, influisce sulla possibilità di reperire materie prime, sulla capacità di produrre cibo e ricchezza, quindi sulle migrazioni e sulla abitabilità dei Paesi, per la violenza degli eventi atmosferici. Sono tutte questioni molto serie, destinate ad alimentare in modo imprevedibile tensioni tra popolazioni e Paesi. Nei prossimi giorni (il 24 e 25 gennaio) la “24 ore per la Pace” a Torre Boldone offre un’occasione di incontro, di riflessione e di mobilitazione. Qualcuno può considerare marce e cortei come “tempo perso” di fronte alle misure che sarebbe necessario prendere a livello globale. Si tratta però di occasioni che permettono di “socializzare” i problemi estendendone la consapevolezza non solo ai singoli, ma alle comunità, e sappiamo che “l’unione fa la forza”. Sono anche un modo per ricordare che in campo ambientale lavorare per la pace vuol dire incominciare da piccole cose. Sono molti i comportamenti individuali che influiscono sulla situazione generale: dalla dieta all’uso dell’automobile, dal riscaldamento allo smaltimento dei rifiuti. Non solo i “coronavirus” ma anche i comportamenti virtuosi si diffondono per contagio. La vera sventura – per rispondere a Trump – è di chi non ascolta, non si sforza di cercare nuove strade e soluzioni diverse ma preferisce “nascondere la testa sotto la sabbia”.