“No, non rifarei tutto. Ho sbagliato”. Parola di un Salvini diverso (e immaginario)

La gran parte dei commentatori è convinta che alcune trovate di Matteo Salvini hanno finito per danneggiarlo. A Bibbiano, che il capo leghista aveva scelto come bersaglio preferito per accusare il PD, la gente ha votato il 40 per cento per il PD. La famosa citofonata di Salvini  al quartiere Pilastro, rivolto alla famiglia tunisina con la domanda se lì abitava uno spacciatore, deve aver urtato più di un elettore. Così i commentatori. I quali hanno rivelato che, qualche giorno prima delle elezioni, molti degli addetti ai lavori davano come scontata la vittoria di Lucia Borgonzoni, con 4-5 punti di vantaggio su Stefano Bonaccini. E invece.

Salvini ha commentato i commentatori, affermando, perentoriamente: “Rifarei tutto”. Curioso. Sono andato a vedere se Salvini ha, in qualche modo, giustificato la sua affermazione. Mi sono chiesto, ingenuamente: quali sono i motivi per cui ritiene sia stata una buona scelta puntare in maniera così ossessiva sul caso di Bibbiano, prima che i giudici abbiano deciso sui colpevoli? Il popolo, che Salvini esalta come il giudice supremo, gli ha sputato in faccia. Il popolo ha sbagliato, allora? O ha sbagliato Salvini? Ma se ha sbagliato perché ripeterebbe lo sbaglio? Stesse considerazioni sulla ormai famosa citofonata nel quartiere Pilastro.

Facciamo un’ipotesi. Proviamo a immaginare un altro Salvini. Conferenza stampa dopo le elezioni. Parla il Capitano: “Ho sbagliato. Ho sbagliato a martellare i possibili colpevoli di Bibbiano. Avrei dovuto prendere più sul serio il fatto che le indagini sono ancora in corso. Ho sbagliato a fare quella citofonata nel quartiere Pilastro: ho contribuito a far credere che l’immigrato coincide con spacciatore. Poi, a pensarci bene, comincio a credere che anche la crisi di governo forse non è stata una grande idea”.

Proviamo a pensare che personaggio Salvini sarebbe venuto fuori da una dichiarazione del genere. Sarebbe venuto fuori un personaggio onesto, proprio perché capace di riconoscere i propri sbagli. D’altronde, chi non sbaglia? E soprattutto quale uomo politico non sbaglia, costretto a confrontarsi con situazioni quasi sempre complicate e difficili? Ma l’onestà lo avrebbe fatto apparire debole. Il Capitano avrebbe riconosciuto di aver sbagliato rotta. Quindi sarebbe apparso meno capitano. Quindi dire: “rifarei tutto” significa far passare l’idea che il capitano è forte perché non sbaglia mai, anche quando tutti dicono che sbaglia, anche quando lui stesso pensa, forse, di aver sbagliato.

Ancora una volta e in altri termini: il bene di Salvini è molto più importante del bene di tutti. Avevamo già il sospetto che fosse così. La conferenza stampa del dopo elezioni ce lo autorevolmente ha confermato.