L’invito alla lettura di Michel Pastoureau: la storia del colore come fenomeno culturale e sociale

Torna la rubrica quindicinale di consigli di lettura dalla Biblioteca diocesana del Seminario Giovanni XXIII. Questa settimana proponiamo una recensione della serie di Michel Pastoureau sulla storia del colore (Giallo-Rosso-Nero-Blu- più il Verde che la biblioteca non è riuscita a reperire ma considera comunque nell’invito alla lettura) con traduzione di Fabrizio Ascari.

I quattro volumi qui proposti fanno parte di un ambizioso progetto dell’autore il quale, ha inteso tracciare qualche fondamento di una storia del colore all’interno della società europea a partire dalle origini fino ai nostri giorni. L’intento è stato quello di mettere in evidenza il carattere sociale e culturale del colore in quanto oggetto storico a pieno titolo. Lungi dall’essere solo un fenomeno naturale ed estetico, oggetto dell’attenzione di scienziati e artisti, il colore rappresenta anche e soprattutto un fenomeno sociale. In questo senso, è la società che “fa” il colore attribuendo significati, costruendo valori e stabilendo l’ambito delle sue applicazioni.

Ciascuno dei quattro libri segue come filo conduttore la storia di un colore: il blu, il rosso, il nero, il giallo e il verde. L’ambito disciplinare in cui si inseriscono è infatti quello storico antropologico.

Sfogliando i testi si ha l’impressione di ripercorrere gli universi simbolici delle civiltà che ci hanno preceduto, il ruolo del colore nella vita quotidiana, le creazioni degli artisti e le pratiche sociali di culture lontane nel tempo. Si ha anche l’opportunità di riflettere sul nostro presente e sul fatto che le questioni legate al colore sono innanzitutto e sempre delle questioni sociali.

Si scoprirà, per esempio, come nel caso del colore blu ci sia stato un rovesciamento di valore nel corso dei secoli che va da un generale disinteresse da parte delle civiltà classiche a un emblematico apprezzamento in quanto colore iconografico della Vergine e dei sovrani medievali, fino al suo definitivo trionfo in epoca contemporanea. Il giallo, al contrario, colore della luce e della ricchezza per gli antichi, ha perso progressivamente importanza nel Medioevo poiché associato a molti vizi come l’invidia, la gelosia e la menzogna. Altro colore storicamente ambivalente è il nero, simbolo di fertilità e umiltà da una parte, segno visibile di lutto e peccato dall’altra. Infine il rosso, colore per eccellenza, il più ricco dal punto di vista sociale, artistico e simbolico. Simbolo della guerra nell’antichità, del sangue di Cristo e delle fiamme dell’inferno, colore dell’amore e della gloria, ha assunto una forte connotazione sia religiosa che profana. L’invito alla lettura dei quattro volumi è un invito a considerare il colore come una costruzione sociale densa di significati simbolici, religiosi e culturali. E’ anche un invito alla scoperta di curiosità storiche attraverso la ricchezza dei riferimenti proposti dall’autore: dagli usi sociali del vestiario, alle tecniche di tintura, dalle speculazioni degli uomini di scienza alle innovazioni che interessano tutti gli aspetti del colore storicamente osservabili.

Chiara Maino

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