Le aggressioni di Internet. Con un futuro possibile “protettore”, lo straordinario Carlo Acutis

Foto: Carlo Acutis (1991-2006)

Non so se avete dimestichezza con internet. Ma penso che ne abbiate comunque sentito parlare. Sono impressionato dallo stile di aggressione continua che vi si respira. Una specie di immondezzaio. Io credente mi chiedo: è meglio continuare a esserci o è meglio uscire e ignorare? Mi sento obiettivamente isolato. E mi viene in mente il salmo 119:  “Io sono per la pace, ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra”. Lucio

Internet, grandissimo strumento usato (spesso) malissimo

Lo stile aggressivo che sovente caratterizza internet rispecchia il modus vivendi della società attuale, caro Lucio, perciò niente di nuovo sotto il sole, anche se ne siamo molto dispiaciute. Sappiamo che il cuore dell’uomo è capace, purtroppo, di questo e molto altro.

L’uso della Rete è una potenza grandissima a favore del bene, della conoscenza, della relazione, ecc, addirittura dell’evangelizzazione. Se potessimo prendere consapevolezza delle opportunità che ci sono offerte attraverso internet, saremmo grati al buon Dio per il dono del progresso e ne faremmo un uso sano e corretto, per il bene di tutti. Sappiamo però che sovente non è così!

Non vogliamo assolutamente demonizzare questo moderno mezzo di comunicazione; ma riconoscere che, nonostante offra moltissime possibilità, talvolta, ne facciamo un uso sbagliato.

I social network, infatti, assomigliano, a volte, a una grande piazza dove tutti gridano, e chi ha la voce più forte grida di più, dove si calunniano e si diffamano le persone, diffondendo,con troppa leggerezza, notizie false. Tutto questo a che serve? Quale è la sua finalità? Perché usare il linguaggio della maleducazione, della falsità, della calunnia per comunicare e per entrare in relazione?

Anche le modalità pubblicitarie non lasciano scampo all’utente che tenta di navigare nei vari siti, intento a svolgere il suo lavoro. Impossibile liberarsene!

Questo modo di procedere sottintende altri fini, che non hanno niente a che vedere con il valore della persona e tanto meno con il Vangelo.

Anche Internet va “evangelizzato”

Certamente fuggire da tutto ciò non è cristiano, caro Lucio, al contrario il credente è chiamato, per vocazione, ad evangelizzare anche questo mezzo di informazione e di cultura. Come lievito nella massa, o come sale nelle vivande, siamo chiamati a trasformare il mondo dal di dentro per renderlo sempre più evangelico, senza aspettare che i “grandi sistemi” mediatici muovano i primi passi.

Siamo consapevoli delle grandi lotte che dobbiamo affrontare perché il progresso sia sempre a favore del bene e della vita; siamo coscienti, altresì, che da soli non ce la possiamo fare: abbiamo bisogno dell’aiuto dall’Alto e dei nostri fratelli nella fede.

Il giovane venerabile Carlo Acutis, genio dell’informatica (ormai prossimo alla beatificazione), è stato proposto come patrono di internet. Carlo, infatti, sapeva mettere al servizio del Vangelo e della Chiesa le sue geniali capacità informatiche, portando Gesù tra i suoi coetanei e tra quanti venivano a contatto con lui. Perciò può essere considerato un modello di riferimento per quanti oggi operano nel mondo della comunicazione sociale.

Mons. Dario Edoardo Viganò, già prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, ha ricordato: «Noi abbiamo tutti i patroni, ma non il patrono di internet. Chissà se oltre a essere creato e riconosciuto beato, Carlo Acutis possa essere anche riconosciuto come patrono di internet». Ce lo auguriamo veramente affinché anche i siti web possano godere dell’intercessione di un santo appassionato e geniale: nel groviglio della Rete, infatti, è forte il bisogno di qualcuno che interceda per aiutarci a ritrovare la strada giusta. Nel frattempo ciascuno faccia la sua piccola parte perché questo si realizzi veramente.