Cronaca di una settimana unica: mamme e bambini ai tempi del coronavirus

E’ strana questa sensazione. I bambini a casa, le strade vuote. Le scuole, le palestre, i teatri, i musei, i bar la sera, tutto chiuso. Il lavoro da casa. Incontri, riunioni, corsi, fiere, eventi, tutto sospeso, tutto rimandato. E’ un po’ come se si fosse in una bolla, come se un abbraccio gigante ti prendesse e ti tenesse stretto a se’, impedendoti di dover correre, di inseguire impegni prefissati, di dover a tutti i costi far qualcosa d’importante.

Le misure prese per contrastare il diffondersi del Coronavirus dipingono una vita alla quale non eravamo più abituati. E, per quanto mi riguarda, oscillo tra momenti nei quali sono vicina alla disperazione e momenti nei quali trovo magnifica questa inaspettata dimensione spazio-temporale che si apre.

Da un lato puoi fare a meno della sveglia, puoi cominciare la giornata facendo con calma colazione tutti insieme in famiglia. Puoi guardarti intorno e vedere quanto hai trascurato la casa, da quanto tempo non cucini più come una volta. Il pranzo in mensa in effetti toglie parecchio dell’impegno tra i fornelli necessario per soddisfare la fame di bimbi che crescono veloci. Puoi giocare con i tuoi figli senza l’ansia di doverli trascinare tra scuola, attività sportive, eventi teatrali, merende con gli amici. Puoi leggere, inventare con loro avventure stimolanti.

Ma c’è anche l’altro lato. Quello che ti ricorda che fuori dal mondo non puoi stare. Devi lavorare, hai scadenze da rispettare, devi sperare di non perdere clienti, incrociare le dita perché il “fermo vita” non duri troppo o sarà durissima ripartire, arginare le perdite, avviare nuovi progetti. Accendi il pc mentre i bambini ti chiedono di aiutarli ad aggiustare un giocattolo che si è rotto. Ricevi telefonate che rimandano inizi sui quali da tempo contavi. Ringrazi più che mai di poter contare sulla disponibilità dei nonni, te la prendi col mondo se di aiuto non ne hai con i bambini e devi spendere un patrimonio in baby sitter disponibili.

Non è facile. Soprattutto perché non si ha l’idea di quando questa bolla nella quale siamo racchiusi potrà esplodere. In ogni cosa si può trovare fascino e nuovi stimoli, quando dura poco. Alla lunga però i pro evaporano, i contro diventano macigni.

Per ora guardo il lato positivo, mi godo i miei bambini, la smetto di correre, riscopro il piacere di stare in casa, di fare una passeggiata all’aria aperta. Mi perdo a osservare la magnolia vicino casa, pronta ad esplodere in tutta la sua bellezza. Penso che tra poco è primavera. E che sì, alla fin fine, malgrado tutto, siamo fortunati.