Straniero a chi? Le seconde generazioni a Bergamo

Un avviso: il ciclo d’incontri alla Fondazione Serughetti-La Porta “Straniero a chi?”, dedicato alle seconde generazioni, con il primo appuntamento previsto mercoledì 4 marzo, sarà riprogrammato nelle prossime settimane, a causa dell’ordinanza della Regione Lombardia sul contenimento del coronavirus. Vi daremo aggiornamenti appena possibile.

In un’epoca in cui attorno al tema delle migrazioni si è creata una narrazione molto confusa, in grado di raccontare tutto e il contrario di tutto, l’attenzione ricade, nella quasi totalità dei casi, su quante e quanti approdano quotidianamente in Italia, dimenticandosi, invece, del futuro di coloro che in Italia sono da tempo, o addirittura ci sono nati. Questa constatazione ha spinto la Fondazione Serughetti La Porta ad interrogarsi ed interrogare la città e i suoi cittadini su un aspetto delle migrazioni lasciato spesso ai margini, senza considerarne l’inevitabile impatto sul futuro della realtà bergamasca: le seconde generazioni.

Per questo, a partire da mercoledì 4 marzo dalle 20.45, presso la sede della Fondazione (viale Papa Giovanni XXIII 30, Bergamo), e per i due mercoledì successivi, si terranno tre incontri, promossi dalla Fondazione, le Acli provinciali e il Comune di Bergamo, in cui docenti universitari ed esperti della realtà bergamasca forniranno chiavi di lettura per approfondire la conoscenza delle seconde generazioni (per sapere se gli incontri si svolgeranno regolarmente seguire le direttive regionali sul coronavirus). “La scelta di dedicare questo ciclo di incontri alle seconde generazioni è nata dalla riflessione in merito a quale potesse essere il pro-positivo passo successivo rispetto alla relazione fra Bergamo e il tema della migrazione – spiega Gabriella Cremaschi, della Fondazione, che continua – Questo quesito, infatti, è sorto per la prima volta due anni fa, quando con il ciclo di incontri Bergamo-Lampedusa si è riflettuto sulla relazione esistente tra cittadini e migranti negli spazi urbani, riflessione continuata nella seconda edizione dal tema “turisti migranti”, relativamente alla città come luogo di passaggio, fino ad arrivare, oggi, a chiedersi chi siano gli stranieri e quale significato abbia questa parola”. “Straniero a chi? Seconde generazioni in Italia e a Bergamo”, dunque, nasce come uno spazio di comprensione dei cambiamenti in atto nella realtà cittadina e del nuovo significato del vivere insieme.

     Il primo incontro vedrà l’intervento di Stefano Molina, della Fondazione Agnelli, e Enzo Rodeschini, della Fondazione La Porta, relativamente al concetto di seconde generazioni, trattandosi, infatti, di un’etichetta che necessita di essere ridefinita per le molteplici sfaccettature che la compongono. Il secondo incontro, di mercoledì 11 marzo, vedrà dialogare Giampiero Dalla Zuanna, dell’Università di Padova, e Giacomo Angeloni, assessore del Comune di Bergamo, rispetto al concetto di cittadinanza, relativamente all’ottenimento della stessa, alla creazione della propria identità e al senso di appartenenza comunitario. Il terzo incontro, infine, nella serata di mercoledì 18 marzo, grazie agli interventi di Mariagrazia Santagati, dell’Università Cattolica di Milano, e Bertha Bayon, formatrice interculturale, verterà sulla questione di genere, spostando l’attenzione dagli episodi negativi che costellano la cronaca a storie di successo di giovani donne.

Definire “seconda generazione” tutte e tutti coloro che, non ancora o appena maggiorenni, vivono la realtà bergamasca è senza dubbio una semplificazione, perché sono molteplici e sfaccettate le storie di ciascuno, eppure, come suggerito da Enzo Rodeschini, leggendo i dati, si possono ricavare elementi interessanti, non esaustivi, ma certo esplicativi di chi definiamo giovane straniero a Bergamo. “Per avvicinarsi alla comprensione di chi siano le giovani e i giovani che raggruppiamo nell’insieme delle seconde generazioni, vale la pena avere chiaro che nella sola città di Bergamo, abitano in 4.600 tra ragazze e ragazzi di origine straniera fino a 19 anni, cui se ne aggiungono circa 1.500 coetanei che hanno ottenuto la cittadinanza, giovani che, complessivamente costituiscono il 30% dei giovani in città. Accanto al dato anagrafico, degno di attenzione è anche il dato scolastico, per cui, se fino alla scuola secondaria di primo grado, il tasso di scolarizzazione tra giovani di origine bergamasca e giovani di origine straniera è lo stesso, è a partire dalla scuola superiore che le percentuali cambiano notevolmente: non solo su una media del 17% di studenti stranieri nelle classi bergamasche, negli istituti superiori questa proporzione scende al al 10%, ma anche che i giovani stranieri tendono a frequentare istituti professionali per la quasi totalità dei casi. La presenza di tanti giovani che, per ragioni diverse, abbandonano la scuola o scelgono percorsi che non garantiranno loro l’inserimento in un mondo del lavoro sempre più specializzato, non può che far riflettere su quale sarà il futuro dei giovani nella e per la nostra città”.