Linea diretta con gli scout di Bergamo: “Questi SCOnosciUTi”

Ci presentiamo: siamo Maria Chiara Giussani, Luca Pinotti e don Alberto Maffeis, Responsabili ed Assistente Ecclesiastico della Zona Bergamo dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).

In occasione della ricorrenza del “Founder’s Day” o “Thinking Day”, 22 Febbraio, giornata in cui tutti gli Scout  e le Guide del mondo ricordano la nascita del fondatore del movimento Sir Robert Stephenson Smyth Baden-Powell e di sua moglie Olave St Clair Baden-Powell, facciamo partire una nuova rubrica mensile di carattere “esplorativo” dedicata all’educazione non formale messa in atto dalla nostra Associazione sul territorio bergamasco.

Attraverso la voce dei Capi Gruppo e dei nostri ragazzi, proveremo a farci conoscere raccontando chi siamo, quali sono le specifiche dei percorsi formativi ed educativi che proponiamo, il nostro contesto valoriale di riferimento e le reti a cui partecipiamo sul territorio. E’ noto che gli scout tendono per abitudine a parlare “scoutese” rendendosi così abbastanza incomprensibili e risultando piuttosto autoreferenziali a chi non li conosce. Cercheremo di fare del nostro meglio.

Innanzitutto quanti siamo? Lo scoutismo, con oltre 50 milioni di iscritti nelle associazioni locali di 216 paesi e territori del mondo, costituisce la più grande organizzazioni di educazione non formale. L’obiettivo comune è la formazione integrale della persona secondo i principi ed i valori definiti nel 1907 dal suo fondatore, che aveva indicato in quattro punti i fondamenti del metodo scout: “formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del prossimo”, qualità semplici, ma necessarie per formare un uomo libero ed un buon cittadino. Il nostro metodo educativo è esperienziale, basato sull’interdipendenza tra pensiero ed azione, privilegia “l’imparare facendo” attraverso attività all’aria aperta e in piccoli gruppi. I valori educativi dello Scoutismo oggi sono attualizzati dall’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (WOSM) e dall’Associazione Mondiale delle Guide Esploratrici (WAGGGS).

L’associazione scout più diffusa in Italia, con circa 184.000 soci, è AGESCI. In provincia siamo presenti con 19 gruppi: 4 in città e 15 distribuiti su buona parte del territorio bergamasco, con l’esclusione delle valli che rappresentano la nostra sfida per il futuro. Nel corrente anno abbiamo 1760 soci censiti di età compresa tra i 7 e gli 80 anni, di cui 290 adulti tra capi ed assistenti ecclesiastici. Ogni gruppo è affidato ad una comunità capi, fatta di uomini e donne che condividono la responsabilità educativa sui ragazzi e rappresentano interessanti laboratori di formazione e comunione intergenerazionale. La maggior parte dei gruppi si appoggia ad una Parrocchia e rappresenta per la comunità pastorale una valida proposta educativa. In AGESCI infatti lo scautismo incarna non solo i valori, ma le dinamiche evangeliche, traducendosi in un annuncio fatto si di esperienze, ma rilette alla luce della Parola. Ci piace ricordare l’immagine con cui padre Davide Brasca, ex Assistente Ecclesiastico nazionale, definì  in occasione di un incontro regionale l’inscindibilità del nostro essere cattolici dall’essere scout: profondamente intriso l’uno dell’altro “come il pane intinto nel vino”.

A chi ci chiede perché abbiamo scelto di essere Capi Scout rispondiamo che nel Servizio in associazione abbiamo riconosciuto la nostra Vocazione, la risposta ad una chiamata. Viviamo l’educazione del bambino e del giovane come un modo di incarnare l’esperienza di Cristo, nel nostro essere uomini e donne, un modo che ci rende felici. Non siamo professionisti dell’educazione né esperti biblisti, ma adulti credenti che liberamente e pienamente consapevoli dei propri limiti, scelgono di camminare accanto alle nuove generazioni, accompagnandole in punta di piedi in un percorso che è finalizzato alla crescita dei ragazzi come persone significative e felici.

Quali siano i principi del nostro metodo educativo e in che modo la nostra proposta possa essere, ad un secolo dalla sua originale intuizione, una valida risposta agli interrogativi educativi odierni, proveremo a spiegarlo nei prossimi articoli.

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