Addio a monsignor Achille Belotti, pastore vicino alla gente, prete di periferia

Un altro grave lutto ha colpito la nostra diocesi. Nel pomeriggio di mercoledì 11 marzo, dopo un ricovero di poche ore all’ospedale Papa Giovanni, è spirato monsignor Achille Belotti, già vicario episcopale e parroco emerito di Gavarno Sant’Antonio. Aveva 82 anni ed è stato membro della comunità missionaria del Paradiso (1963-71), dove viveva dal 2013. Era nato a Foresto Sparso il 28 novembre 1937. Dopo l’ordinazione sacerdotale (8 giugno 1963) per la comunità missionaria del Paradiso, fu inviato coadiutore parrocchiale ad Arezzo-Bibbiena (1964-65) e poi a Milano, dapprima a Corsico (1965-70) e quindi a Gratosoglio (1970-74). «Erano quartieri della periferia — ricordava monsignor Belotti — con uno sviluppo edilizio veloce, disordinato e senza le necessarie strutture. La realtà sociale era molto povera, assai numerosi gli immigrati del Sud Italia. La pratica religiosa era molto bassa. Il quartiere di Corsico era chiamato addirittura Corea perché considerato malfamato. Però io sono sempre stato ben accolto.  Stavo in mezzo alla gente, soprattutto giovani e famiglie, tanto che mi chiamavano affettuosamente “il prete del marciapiede”. E pian piano le persone cominciarono a frequentare la chiesa». A Corsico convinse il proprietario a cedere un terreno da destinare a campo di calcio, su cui poi fu costruito l’oratorio, che venne chiamato «campo don Achille». Nel 1974 fu inviato in Belgio fra gli emigranti italiani e fu anche docente alla Scuola europea per gli italiani, dove molti alunni erano figli di minatori. Ricordando il suo essere prete paradisino, affermava: «“Servire e sparire”. Ho sempre cercato di essere fedele a questo motto, che è quello dei preti paradisini».

Nel 1978 il ritorno a Bergamo come curato di Trescore. Pochi mesi dopo il vescovo Giulio Oggioni lo chiamò in Curia, affidandogli numerosi incarichi: direttore di uffici, delegato vescovile e vicario episcopale in diversi ambiti pastorali (scuola, salute e sofferenza, liturgia e annuncio della Parola, catechesi), incarichi conservati anche nei primi anni dell’episcopato del vescovo Roberto Amadei. «Ho collaborato con lui negli anni di Curia — ricorda monsignor Andrea Paiocchi —. Aveva un carattere mite e umile, era molto intelligente e preparato culturalmente. È stato fedele e diligente agli incarichi che gli furono affidati dai vescovi». Contemporaneamente fu canonico della Cattedrale (1997-2001), membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio Consultori (1997-2003), presidente della Commissione diocesana per il Giubileo (1997-99), direttore dell’Ufficio pellegrinaggi (1998-2000) e dal 1997 delegato vescovile per il sostentamento del clero. Fu monsignor Belotti a organizzare l’incontro allo stadio con madre Teresa di Calcutta nel 1980 e ad accompagnare papa Giovanni Paolo II nella visita a Bergamo nel 1981 e l’attuale regina Rania di Giordania in visita a una mostra di mosaici giordani nel castello di Malpaga nel 1991.

Nel 2001 fu nominato parroco di Santa Maria delle Grazie e l’anno dopo parroco di Gavarno Sant’Antonio. «La gente — racconta monsignor Arturo Bellini, vicario parrocchiale della frazione e di Nembro — lo ricorda come un pastore zelante e un capace organizzatore di pellegrinaggi. Ha avuto a cuore la pastorale dei malati, visitandoli spesso nelle case. Ha favorito la pastorale famigliare con gruppi di famiglie al mare in estate e momenti formativi per gli adolescenti». Grazie all’amicizia con l’arcivescovo Loris Capovilla, segretario particolare di Papa Giovanni, era riuscito a far arrivare nella nuova chiesa di Gavarno il Breviario usato dal Pontefice negli ultimi mesi di vita e il grande dipinto di Papa Giovanni realizzato dall’artista bergamasco Angelo Capelli, esposto a Roma il giorno della beatificazione. Nel 2013 il suo ritiro per limiti di età, continuando però ad aiutare numerose parrocchie. I funerali, in data da definire, si terranno a Foresto Sparso.