Cari ragazzi, imparate la speranza

Cari lettori, in questi giorni così particolari per la situazione legata all’epidemia da “Coronavirus”, gli insegnanti stanno lavorando perché il percorso formativo dei ragazzi possa procedere tramite la didattica a distanza, che le odierne tecnologie rendono possibile. Questa settimana, ai miei ragazzi delle terze medie di Grumello del Monte e Telgate non ho inviato né appunti da studiare né esercizi da eseguire. Ho provato a dare voce a quanto portavo nel cuore e ho scritto loro una lettera. Ne faccio dono anche a voi, sperando vi sia gradita. Uniti nella reciproca preghiera!                                                                                                                                                                                                      Don Alberto

A tutti i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Grumello del Monte

Ciao a tutti ragazze e ragazzi! Come state? Spero bene, voi e i vostri cari!

Innanzitutto volevo ringraziarvi per il lavoro di riflessione sull’utilizzo dei social networks che mi state inviando in questi giorni. Ho letto riflessioni interessanti, che devono far riflettere anche noi adulti sulle modalità educative che mettiamo in atto nei vostri confronti. Non preoccupatevi se ancora non siete riusciti tutti a scrivere il testo e a inviarlo, potete farlo anche nei prossimi giorni.

Vi scrivo perché… voglio scrivervi! È un desiderio che è nato leggendo alcune delle vostre mail. Diversi di voi, insieme al testo dell’esercizio che vi avevo richiesto, hanno condiviso alcune emozioni, impressioni, fatiche, paure, preoccupazioni legate alla situazione particolare e impegnativa che stiamo vivendo nella nostra terra di Bergamo e che segna profondamente anche la vita delle nostre comunità di Grumello e Telgate.

“Ho percepito la preoccupazione per la salute dei vostri cari”

Ho percepito la preoccupazione per la salute dei vostri cari. E la comprendo bene! Non è facile vedere i vostri genitori continuare il lavoro sapendo dell’epidemia da COVID-19 in atto, che per via dei tanti malati e delle tante persone che sono morte, ormai di tutte le età, ci spaventa. Certamente qualcuno di voi conosce bene, o è addirittura parente, di persone contagiate e vive la fatica di una vicinanza che si può vivere solo stando lontani (paradossale, vero?), con tutte le fatiche e i dispiaceri connessi. Sapete, condivido pienamente con voi questa fatica. Mio papà è medico, parte la mattina alle sette per raggiungere il suo studio e torna a casa la sera alle otto. È una delle persone in prima linea contro la malattia e ogni volta che senti di un medico di base contagiato o ricoverato cominci a pensare, pensare e pensare ancora, e preghi, perché non puoi fare altro.

È così: siamo tutti dentro questa situazione così inattesa, forse così sottovalutata nei suoi sviluppi iniziali e così imprevedibile in quelli futuri.

“Il compito bellissimo e impegnativo: la speranza”

Per questo ho voluto scrivervi. State tranquilli, le parole che proverò a mettere “nero su bianco” non sono una lunga premessa a un compito che voglio assegnarvi… o meglio, non sarà un compito che preveda mi inviate qualcosa cui io debba attribuire un voto. È, invece, il compito, bellissimo e impegnativo, che la vita vi chiede e sul quale vorrei invitarvi a riflettere, pensandoci, magari anche con le vostre famiglie. È il compito della SPERANZA.

Cosa dobbiamo fare? Come dobbiamo vivere questi giorni? Come si fa a sperare?

Innanzitutto credo sia importante avere FIDUCIA. In tanti stanno combattendo per noi in questi giorni. Medici, infermieri, operatori sanitari: a loro va il nostro grazie e la nostra preghiera!

Anche lo Stato, nelle sue diverse espressioni, sta operando per noi: politici, istituzioni, amministratori… Tutti stanno mettendo a disposizione le loro competenze per scegliere il meglio per la collettività dinanzi a questa emergenza. Su questo è importante che il nostro stile, ragazzi, non sia quello della polemica e della critica, ma della stima e dell’incoraggiamento per tutti, qualunque sia l’idea politica che incarnano. In questo momento siamo tutti solo italiani, i partiti non devono esserci e la politica è chiamata ad incarnare quello che dovrebbe caratterizzarla sempre, ossia il bene della “polis”, della città di tutti.

“Fiducia che deve essere stimolo a fare il vostro dovere”

Questa fiducia negli altri, che ci è così necessaria, deve essere per voi ragazzi, stimolo a fare il vostro DOVERE. Sì, ragazzi. Nessuno di noi è in vacanza e sarebbe grave se approfittassimo di questa situazione per oziare o per farci servire.

I vostri insegnanti, miei colleghi, stanno mettendo tutto il loro impegno nel costruire per voi percorsi che vi permettano di continuare ad apprendere, ad accrescere la vostra cultura e la vostra umanità, anche in questa situazione difficile. Certo, come non è semplice lavorare per i vostri insegnanti, non sarà semplice neanche per voi accostare gli studi ascoltando video-lezioni, affrontando da soli capitoli dei volumi di più materie senza la spiegazione “in presenza” cui siamo abituati, così come svolgere alcuni esercizi senza aver provato a svolgerne prima insieme in classe. Vero, verissimo… Ma, siete giovani e potete farcela benissimo! Con impegno, un po’di sforzo, e con la voglia di fare che dovrebbe caratterizzarvi, riuscirete a compiere un buon percorso. Di certo la vostra dimestichezza con la tecnologia è superiore a quella di chi vi insegna! (Personalmente, io mi sento un uomo primitivo digitale, nel senso che dopo aver acceso il computer, per me iniziano i problemi…!)

In questi giorni anch’io sono tornato studente, prendendo tra le mani e studiando volumi anche di diverse centinaia di pagine che pensavo avrei letto solo una volta andato in pensione, tra 40 anni circa (cosa dite, rischio che i testi saranno allora un pochino superati? Beh, pazienza…). È fondamentale che non perdiamo tempo, ragazzi. Riscoprite qualche PASSIONE buona, che si possa vivere a casa, e coltivatela!

“Imparate la preziosa arte del vivere insieme quotidiano”

Insieme a questi, vi aggiungo un altro passaggio educativo essenziale: imparate LA PREZIOSA ARTE DEL VIVERE INSIEME QUOTIDIANO. Cosa voglio dire? Ve lo spiego subito. Solitamente, arrivate a casa e la tavola è imbandita, il letto è già stato sistemato e, dopo pranzo, è qualcun altro, solitamente la mamma, che pulisce il pavimento. Ecco: imparate a preparare la tavola per i pasti, a sistemare il vostro letto e la vostra stanza. E non abbiate paura di impugnare una scopa: non provoca un calo di condizione atletica, non rovina le unghie costate così care dall’estetista e non crea emicranie insopportabili: vi fa bene, benissimo! Imparerete così qualcosa di fondamentale per la vostra vita, non meno fondamentale di quanto studiate a scuola, ossia che nulla vi è dovuto, ma molto vi è donato. E, come dice il Vangelo, come voi gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente dovete donare! Il segreto di una vita bella e ricca sta qui, nell’essere dono per gli altri.

Un ultimo passaggio, ragazzi. Impegnativo, ma necessario. In questi giorni, i bambini stanno scrivendo cartelloni con un’espressione bellissima: “ANDRÀ TUTTO BENE!”. Ed è vero, i piccoli delle nostre comunità hanno ragione. Ma, per voi che siete più grandi e per gli adulti, è importante capire cosa significhi davvero che “andrà tutto bene”!

“E’ importante capire cosa significhi davvero che ‘andrà tutto bene'”

Se ci pensiamo bene, quando nella vita possiamo dire che va tutto, proprio tutto bene? Io credo raramente. Certo, si spera sempre che la vita ci faccia dono di tanta gioia e del minor numero di sofferenze possibili. Ma diventare grandi, diventare adulti significa accorgersi che dentro un’esistenza fondamentalmente bella e buona, non mancano motivi di dispiacere, fatica, tensione, preoccupazione e dolore. E allora? Viene forse meno la verità dell’ “andrà tutto bene”? No, non direi proprio. Credo piuttosto che si possa dire così: “COMUNQUE ANDRÀ, NON SARÒ SOLO!”. Ragazzi, il punto è questo: il non essere e sentirsi soli! I momenti di prova e di sofferenza ci caratterizzano tutti: è la certezza che non siamo da soli ad affrontarli, perché c’è chi ci dice una parola buona, chi è disponibile a stare con noi e ad esserci per noi, che ci dona forza per andare avanti e continuare il cammino della vita.

Per chi è cristiano, questo è il tempo della Quaresima: in questo tempo ci facciamo prossimi a Gesù che porta la croce e questa prossimità ci insegna a portare insieme le nostre croci! Quando si ha il coraggio di portare insieme la croce, ci si accorge che mentre la portiamo, è la croce che porta noi, perché ci tiene uniti, ci fa tenere le giuste distanze che garantiscono equilibrio, ci fa comprendere quando possiamo camminare spediti o quando dobbiamo rallentare perché qualcuno non ce la fa.

Ragazzi, per quanto posso, cerco di esservi vicino in questo tempo speciale. Avete la mia mail: non è solo per i compiti! Se volete scrivere, se volete sfogare le vostre fatiche o paure, se volete un consiglio, se avete voglia di una chiacchierata, scrivete senza paura. Mi raccomando, ditelo anche alle vostre famiglie. Se volete, fate leggere anche a loro questa lettera.

Vi ricordo tutti, insieme ai vostri cari, nella mia preghiera e durante la Messa quotidiana. Vi chiedo una preghiera anche per me, per tutti i vostri insegnanti e i nostri famigliari. Un abbraccio

Don Alberto