Bergamo: un bimbo appena nato, un pianto di gioia. La gravidanza ai tempi del Coronavirus

La gravidanza è un momento magico, nel quale vacilli tra il sognare come sarà tuo figlio e l’ansia di non riuscire a gestire tutto quello che l’avere un figlio comporterà. Sei felice, quello è certo. La pancia che cresce, le ecografie che ti mostrano un bimbo che senza dubbio già assomiglia a qualcuno, al papà, alla mamma, “ma no guarda ha il naso della nonna”.

Ecco, vivere la gravidanza ai tempi del Coronavirus assume nuove sfaccettature. Ancor più se vivi a Bergamo e hai a che fare quotidianamente con la sofferenza di parenti, amici, conoscenti. E se anche hai la fortuna di sapere che in famiglia tutti stanno bene…beh, poco cambia. Perché se sei in un momento difficile non puoi chiamare tua madre e chiederle come se nulla fosse di venire ad aiutarti. Perché a tuo padre spieghi che deve starsene a casa propria senza pensare ai tuoi problemi.  Se poi sei al secondo o terzo figlio è dura davvero, perché magari tuo marito ha dovuto lavorare fino all’altro giorno e tu hai affrontato l’intera giornata da sola, con la pancia grossa e i bambini desiderosi di giocare.

Ma ti arrangi. La ginecologa che non riceve più come prima, il medico di base che è quasi impossibile da contattare ma dal quale occorre farsi fare le ricette per le visite in ospedale. Sì, l’ospedale. Il fulcro delle fatiche, il luogo nel quale medici, infermieri e volontari fanno di tutto per salvare vite, mentre i malati continuano ad arrivare e la terapia intensiva è stracolma. Ti informi il più possibile, recuperi mascherine e guanti, ogni volta che devi fare un controllo ti assale la preoccupazione e speri con tutto il cuore di non prenderlo, quel maledetto virus.

Poi il giorno del parto arriva, perché fortunatamente a tuo figlio poco importa della pandemia che sta infestando il mondo. Passi dal pronto soccorso accompagnata da tuo marito, ti portano in sala parto, il piccolo nasce. Sta bene, e tanto basta. A riempirti il cuore d’amore, a farti piangere di gioia, a farti sentire che tutto andrà bene. La degenza in ospedale, poi, la fai da sola. Con la mascherina. Ma affronti tutto col sorriso, perché gli abbracci arriveranno. E allora sarà una gran festa.