Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Sulla cima dei monti il respiro dell’infinito

La rubrica “Verso l’alt(r)o” offre ogni settimana, ogni venerdì, alcuni spunti di meditazione, preparati per noi da un gruppo di giovani collaboratori dell’Ufficio diocesano Tempi dello spirito. Buona lettura.
“La montagna è sempre presente nella storia dell’evoluzione umana, la montagna sinonimo di positività  e di elevazione. Nella Sacra Scrittura troviamo la consegna a Mosè delle tavole della Legge sul Monte Sinai. Nella storia della Redenzione leggiamo della Trasfigurazione di Gesù “su un alto monte”. E ancora l’Ascensione di Gesù al cielo dal Monte Oliveto.
Al di là  della supposta realizzazione di sé, del gioco edonistico e addirittura della possibile creazione artistica ideale, se penso all’inestinguibile sete che mi spinge ai monti, sete di bellezza e di poesia, ansia di superamento, bisogno di coraggio, sento che è soprattutto un insopprimibile bisogno di trascendenza che sta alla base del mio alpinismo. Sento di essere un cercatore di infinito.
Ma le vittorie dello spirito, come lo sono anche le ascensioni alpine, segnano le tappe del faticoso sofferto cammino dell’uomo verso la meta eccelsa, la Conoscenza Suprema. Che in ultima analisi per un credente non può essere altro che l’incontro con Dio”.
(Armando Aste, “Pilastri del cielo”)
Quella sete di salire sulle vette racchiude il mio desiderio di incontrare il Signore, di uscire dai miei schemi, dalle mie abitudini così incatenanti a volte, per recuperare quello sguardo che solo distaccandomi riesco ad assumere. Guardando dall’alto per poi tornare nella quotidianità, comprendendo ciò che veramente conta, per poter così rimettere ordine con quello sguardo nuovo, rigenerato, dalla bellezza del creato, che già mi parla di Dio, dal silenzio che Gesù stesso cerca salendo sul monte, e che io ritrovo ogni volta sugli amati monti.
Mi manca un sacco la mia “fuga” settimanale in montagna, lì dove ho sempre modo di immergermi in questo mistero, mi manca moltissimo quel momento e Monte santo che è l’Eucaristia, e la celebrazione dei sacramenti.
E allora mi chiedo, oggi come posso salire al monte del Signore? Una domanda che non lascia spazio alla rassegnazione, ma che anzi mi porta a riscoprire nuovamente la Sua fedeltà, della Sua parola che diventa viva Grazie alla condivisione, seppur in forma diversa con molti amici, con i miei cari, e a volte anche con persone lontane e sconosciute, ma che in modi diversi, entrano nella mia casa e che sento come fratelli perché pregano con le stesse parole, con la Sua parola, con quell’amore che genera speranza.
La speranza che tornerò a salire su quei monti, ma che già qui ed ora sto, stiamo salendo sul monte santo di Dio, con questo mezzo potente che è la Sua parola e la condivisione della preghiera.