Gli scout di Bergamo 2 e Bergamo 4 al Jamboree in Virginia: la fratellanza scout è sempre viva

Torna la rubrica degli scout di Bergamo: questa volta propone un ricordo di un Jamboree mondiale, un’occasione per scoprire “la fratellanza scout”.

Abbiamo scelto di riportare la riflessione di un esploratore e una guida dei gruppi Bergamo 2 e Bergamo 4, che nello scorso mese di agosto hanno partecipato al XXIV Jamboree mondiale in Virginia (USA). Il Jamboree è il più grande evento per giovani organizzato dall’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout: ogni 4 anni, decine di migliaia di ragazze e ragazzi da ogni parte del mondo si riuniscono in una “città fatta di tende” per due settimane di attività comuni. I ragazzi, di età compresa fra i 14 ed i 17 anni, partecipano all’evento in gruppi nazionali chiamati “contingenti”.

“Le guerre ci hanno insegnato che se un Paese cerca di imporre il suo particolare punto di vista agli altri, è fatale che ne seguano crudeli reazioni. Una serie di jamborees mondiali ed altre riunioni di Scouts provenienti da molti Paesi diversi ci hanno invece insegnato che attraverso l’esercizio della tolleranza e dello scambio reciproci nascono la simpatia e l’armonia. Questi jamborees hanno dimostrato quale solido legame sia la Legge scout tra i ragazzi di ogni Paese. Possiamo fare campi assieme, fare uscite assieme e godere di tutta la gioia della vita all’aria aperta, e così dare una mano a forgiare una catena di fraternità. […] La nostra Legge scout e la Promessa, quando le mettiamo veramente in pratica, spazzano via ogni occasione di guerre e contese tra i popoli.”

Lord Baden-Powell, Scautismo per ragazzi

Ciò che ha caratterizzato di più la nostra esperienza al Jamboree è la fratellanza scout.

Camminando per le strade ci si fermava a parlare in modo amichevole con tutti. Non c’era nessuna barriera, se non quella linguistica, ma siamo riusciti a superarla abbastanza facilmente utilizzando l’inglese appreso a scuola. Era per noi normale, durante le feste serali, fermarsi a lungo a parlare con qualcuno che aveva attratto la nostra curiosità per scoprire nuovi punti di vista e tradizioni e confrontarsi. Nessuno si poneva dei limiti nell’aiutare e conoscere l’altro perché in quel contesto eravamo come un’unica grande famiglia. Nonostante giungessimo da ogni parte del mondo, eravamo lì per vivere tutti insieme quell’esperienza unica, uniti dalla Promessa scout. Provenivamo da luoghi molto diversi tra loro, ognuno aveva le proprie usanze e la propria storia, ma eravamo accomunati dagli stessi valori: per esempio i valori della pace, della condivisione e dell’apertura verso gli altri.

Sono stati due gli elementi che ci hanno mostrato ancora di più questa fratellanza, nonostante siano diversi tra loro: il cibo e la religione. Il cibo era infatti occasione di condivisione delle proprie tradizioni, di accoglienza e di conoscenza. Era abitudine frequente invitare o farsi invitare a cena da altri ragazzi; la serata poi continuava con balli, canzoni, tradizioni per scoprire gli altri.

Le religioni professate dai partecipanti al Jamboree erano differenti, ognuno aveva luoghi, tempi e modi diversi per pregare il proprio Dio. C’era un luogo dove queste differenze religiose erano ancora più evidenti: Il Faith and believes (così si chiamava questo posto). Era uno spazio in cui ogni religione aveva la possibilità di farsi conoscere; qui ci si poteva anche confrontare con altri ragazzi su alcuni temi come la pace, l’ambiente e le diversità del mondo. C’è stata un’occasione in cui tutti insieme (cioè 45000 persone) ci siamo trovati per ringraziare e per pregare ognuno il proprio Dio riprendendo i punti della legge scout.

È stato un momento davvero emozionante, che ci ha uniti ancor di più e che si è concluso con un enorme abbraccio sulle note di “Country roads” (canzone che ci accomunava alla terra in cui ci trovavamo in quel momento, e che in qualche modo è stata la colonna sonora del campo).

Vivere questa esperienza ci ha permesso di capire fino il fondo il significato dell’articolo della legge scout che dice “La guida e lo scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout”: solo mettendolo in pratica fino in fondo saremo buoni cittadini da adulti e portatori di un messaggio di pace.

Marta Castellazzi e Giulio Nervi