E quindi uscimmo a riveder le stelle: cosa può insegnare una pandemia

Dobbiamo essere sinceri con noi stessi, riconoscerlo: la pandemia ci sta cambiando. O almeno è questo ciò a cui miriamo per evitare che l’isolamento per la quarantena non sia solo una perdita di tempo. Siamo stati costretti a fermarci, a rallentare il passo e adattarci a una nuova situazione che ci sta mettendo alla prova in modi diversi, ma con l’obiettivo comune di cambiare. È un cambiamento totalmente diverso da quelli a cui siamo stati abituati, è molto di più di un buon proposito preso a inizio anno. Si tratta di imparare qualcosa, di “cogliere” delle stelle in questo tempo insolito. Vi siete mai chiesti come vi immaginate il mondo dopo tutto questo? Le scorciatoie sono ovunque, ma forse è il caso di fermarsi a riflettere e capire quale strada vogliamo realmente intraprendere.

Condividere domande e riflessioni

La riflessione è il fulcro della nuova proposta dell’ufficio dell’età evolutiva della nostra diocesi chiamata “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Il verso di chiusura della cantica infernale dantesca parla da sé. “Nel mezzo del cammin di nostra vita” ci siamo ritrovati fragili e impauriti “sulla stessa barca” come ha sottolineato Papa Francesco durante la sua preghiera di venerdì scorso. In questa situazione di emergenza che ci costringe in casa, l’augurio è quello di uscire a rivedere le stelle quando tutto sarà finito.

Nell’attesa, però, molte domande abitano il cuore di adolescenti, giovani e adulti. Sono pensieri preziosi che possono aiutare la ripartenza di tutti e che l’UPEE dà la possibilità di condividere con due modalità.
Per gli adolescenti e i giovani, la proposta è suddivisa in una prima fase di riflessione e in una seconda di narrazione. Tramite la traccia messa a disposizione sul sito, gli educatori degli adolescenti sono invitati a incontrare i propri ragazzi online per riflettere con loro rispetto a questo periodo. Ciò che ne scaturirà potrà essere spunto per la successiva narrazione. La seconda fase, infatti, prevede un racconto della propria riflessione con un testo, una fotografia o un video. Quello che ciascuno sente più nelle proprie corde per raccontare la sua prospettiva.

Punto di partenza per nuove idee, progetti e percorsi

Sempre ai giovani, ma anche agli adulti è chiesta una riflessione in più fasi. Inizialmente, la proposta è quella di compilare un modulo Google in cui vengono offerte alcune provocazioni per stimolare la riflessione. Tutte le riflessioni in forma anonima saranno poi raccolte dall’UPEE e in seguito restituite in sintesi alle realtà ecclesiali come oratori, parrocchie, fraternità presbiterali o CET che ne faranno richiesta. L’obiettivo è quello di riflettere su ciò che la pastorale giovanile sarà chiamata ad essere, ma non solo.

La proposta desidera fotografare questo tempo facendo emergere il vissuto stravolto dall’emergenza. Tutti, con lo sguardo rivolto al futuro, sono chiamati a condividere le proprie domande e i propri pensieri per capire cosa sarà essenziale per il domani. Tutti sono chiamati a condividere la propria idea per riempire il cielo di nuove stelle. Il virus genera l’emergenza, la coscienza porta alla sapienza.

Tutte le informazioni e i materiale per la proposta si trovano al seguente link: https://www.oratoribg.it/it/agenda/e-quindi-uscimmo-a-riveder-le-stelle