Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: portare il peso e far nascere la luce

La rubrica “Verso l’alt(r)o” offre ogni settimana, ogni venerdì, alcuni spunti di meditazione, preparati per noi da un gruppo di giovani collaboratori dell’Ufficio diocesano Tempi dello spirito. Buona lettura.

“Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!”, esclamò Frodo.

“Anch’io”, annuì Gandalf, “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato”.

(J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli)

No, nessuno di noi avrebbe mai voluto assistere a tutto questo: l’uomo è fatto per la gioia e la bellezza, non per il dolore. Eppure nella vita nessuno è preservato dai fallimenti, dalle malattie, dalla morte: sono delle costanti da cui non si può fuggire. Gli eventi dolorosi accadono: tutto sta nel modo in cui decidiamo di gestirli. Una tentazione diffusissima è cercare di eliminarli, o comunque di metterli a tacere.

Gli avvenimenti di questi giorni, però, non sembrano concederci tale possibilità: la sofferenza nostra o dei nostri cari, l’apprensione per gli anziani e i più fragili, la fatica e lo sfinimento degli operatori sanitari, le difficoltà che stanno vivendo imprenditori e lavoratori, il disorientamento delle comunità cristiane, l’angoscia della solitudine, e tanto altro ancora, ci richiamano costantemente a fare i conti con la paura, con la malattia, con la privazione.

Prima che la sofferenza ci massacri, oppure se questo sta già accadendo, riprendiamo in mano il “copione della Pasqua”, i racconti della Passione: vi ritroveremo le stesse cose che stiamo vivendo noi, per esempio una madre che assiste impotente alla sofferenza del figlio, l’abbandono e la solitudine sul legno della croce, una morte ingiusta e atroce, la sepoltura preparata velocemente e senza nemmeno un funerale, e tanto altro ancora.

Questi racconti, però, non si chiudono il venerdì con la croce, ma domenica, giorno di Risurrezione! La sofferenza vissuta rimane, addirittura il Risorto conserverà incise nella propria carne le ferite di quel venerdì. Tuttavia, nella logica rovesciata del Vangelo, il dolore non è solo l’esito di un male, ma, in qualche modo, diventa anche un punto di partenza: non è più il termine ma l’inizio. Non dal fuoco alla cenere, come siamo abituati a pensare, ma, come ci insegna il cammino di Quaresima, dalla cenere del Mercoledì al fuoco del Sabato Santo. Non dalla vita alla morte, ma dalla morte alla vita. Questa è la Pasqua! Questo è il dono del Battesimo! Questa è la nostra ricchezza quando tutto sembra toglierci la speranza!