Scuola, pagelle, esami. “Gentile Ministra, ci faccia il dono di poter dire la verità”

Foto: la Ministra della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina

Gentile Ministra Azzolina,

a scriverle è un semplice sacerdote di oratorio, insegnante di Religione Cattolica in cinque terze medie di un Istituto Comprensivo della Provincia di Bergamo, una delle più segnate, in termini di contagi e di morti, con tutti i drammi esistenziali e sociali connessi, dal COVID-19.

Le scrivo per implorare una richiesta: quella di poter dire la verità. Mi spiego meglio. Il provvedimento da lei comunicato, secondo il quale tutti gli alunni, delle scuole primarie e secondarie, dovranno essere promossi “in automatico”, apre a seri problemi etici. È vero, per gli alunni della scuola secondaria sarà possibile, come gli altri anni, il recupero delle insufficienze che verranno attribuite dai docenti, il prossimo settembre. Il problema si pone, dal mio punto di vista, nella scuola secondaria di primo grado, soprattutto per gli alunni dell’ultimo anno.

I 4 che diventano 6. Miracolosamente

Ogni anno, presso questo ordine di scuola, si assiste a mutazioni genetiche dei voti a dir poco miracolose: i 4 diventano 6, perché, alle medie (mi permetta di chiamare ancora così le scuole secondarie di primo grado), occorre che sulle pagelle di fine anno compaiano solo sufficienze, per poter ammettere alla classe successiva. Ora, in questa situazione, la questione si complica ulteriormente. Ci tengo a premettere che sono consapevole, come lo sono tutti i miei colleghi, delle difficoltà che i ragazzi stanno incontrando nella didattica a distanza e, soprattutto, in questa situazione di impossibilità a vivere quei rapporti sociali così intensi e decisivi per l’età pre-adolescenziale (anche se, in fondo, è una fatica che sta interessando tutti, noi docenti compresi).

Ci sono ragazzi che “se ne fregano” e hanno ancitipato le vacanze di quattro mesi

Tuttavia, assistiamo ad episodi che devono far riflettere. Mi esprimo “apertis verbis”. Ci sono diversi ragazzi che, preso atto della decisione ministeriale che Lei e i suoi collaboratori avete reputato di prendere, hanno optato per le vacanze anticipate… di quattro mesi. Persone che, apertamente, affermano di non aver intenzione alcuna di alzarsi dal letto prima di mezzogiorno. Del resto, chi se ne importa di quei docenti che, tra mille fatiche, stanno lavorando, trascorrendo ore e ore davanti al computer per preparare materiali, videolezioni, schemi, verifiche , consigli di classe ecc.?

Perché sa, Signora Ministra, a volte ad alcuni dei nostri ragazzi e alle loro famiglie  sfugge che i docenti non solo hanno dovuto improvvisare una didattica completamente nuova e per nulla semplice,  ma, avendo famiglia, hanno dovuto conciliare la docenza con i figli che devono seguire le videolezioni universitarie e scolastiche (sa, non essendo esattamente strapagati, non possono avere 5 iPad per famiglia), lo “smart working” del marito, la casa da mandare avanti, con tutti gli impegni che caratterizzano la vita quotidiana.

Ecco, le lascio immaginare, signora Ministra, la grande soddisfazione che si prova nel vedere che diversi studenti non si collegano per le videolezioni e, neppure a seguito di ripetute sollecitazioni, consegnano un compito. E, mi permetta, qui non si tratta di alunni con difficoltà. Quelli li conosciamo e, da parte nostra, come anche dei carissimi insegnanti di sostegno (spesso poco riconosciuti nel loro enorme lavoro!), sono accompagnati e seguiti nel loro percorso. Lo stesso vale per quelle persone che provengono da famiglie segnate da povertà culturali o economiche serie.

Mi riferisco, signora Ministra, a quelli che, in dialetto bergamasco, definiamo i “lasarù” (“lazzaroni”), che, le posso garantire, esistono ancora (come esistono molti bravi studenti, che andrebbero maggiormente valorizzati o, quantomeno, non penalizzati). Sono coloro che non hanno alcun motivo per non studiare, ma che semplicemente non hanno voglia di farlo, persone spesso iperprotette dalle famiglie (perché “il problema sono i professori”), le cui mamme, dopo l’inevitabile bocciatura che, inesorabile, giunge alle scuole superiori, si dicono orgogliose del figlio, perché la bocciatura è “indispensabile per la crescita”, facendone motivo di merito (peraltro, da qualche anno essere bocciati è alquanto difficile, dato che occorrono infinite prove e dimostrazioni del lavoro dei docenti a favore dell’alunno e non basta il non lavoro di quest’ultimo!!!).

Promuoviamoli. Ma a una condizione…

Ora, la mia proposta, signora Ministra. Ci faccia il dono di poter dire la verità! In concreto: ci permetta di attribuire, ponendoli sulla pagella, i voti reali degli studenti. Non ci sottoponga all’ennesima umiliazione dei 4 che diventano 6! Questo va contro ogni etica umana e professionale. Se la scelta più corretta, in questo momento drammatico,  è quella di promuovere tutti, la accetto senza batter ciglio, ma ci permetta di apporre sulle pagelle i voti reali degli studenti: in fondo, ci vuol poco, in calce alla pagella, a scrivere, a caratteri evidenti, “l’alunno viene ammesso…all’alunno viene riconosciuto il diploma di licenza media per decreto ministeriale”.

Ci faccia questo grande regalo, signora Ministra! Perché se non ci permette di restituire ai nostri studenti la verità della loro situazione, il cui riconoscimento costituisce la base di ogni intervento educativo, il regalo di un pezzo di carta immeritato ai nostri ragazzi farà loro solo del male!

Cordialmente e con riconoscenza per il Suo lavoro, porgo distinti saluti.

Don Alberto Varinelli