25 aprile: “Sola, come l’avevo…”. Frammenti di una storia su un panno bianco

774 persone di 89 comuni della bergamasca (più altre 9 città d’Italia) hanno partecipato i giorni scorsi all’iniziativa dell’associazione Sotto Alt(r)a Quota per il 25 aprile. Un panno bianco per celebrare il giorno della Liberazione attraverso un gesto poetico e creativo, realizzato (per ora) ognuno a partire da casa propria. Tutti insieme, i 774 panni bianchi hanno composto diversi frammenti dell’opera “La casa in collina”, di Cesare Pavese, che sono stati letti da sedici attori professionisti e da due dei tanti ragazzi che hanno aderito al progetto, diventando dei brevi video da ascoltare e guardare a partire da sabato 25 aprile sul sito dell’associazione SAQ. Un successo inaspettato di partecipazione. Qui il racconto di una delle partecipanti, Cristiana Scarpellini.

Sono  di quelle che a scuola né la prima né la seconda guerra mondiale l’hanno studiata davvero bene  e con una personale fatica nel rammentare nomi e date, quindi…mai avrei potuto fare la storica.

Ma son figlia di partigiano.

Lo spirito partigiano, l’essere parte, di parte, il prendere parte è in me come proteina costitutiva tanto quanto la testarda illusione,un po’ pura ed un po’ ignorante, di essere dalla parte giusta.

Il 25 aprile col fazzoletto al collo e la bandiera a mantello per me è una festa.

Ma quest’anno, lo sappiamo, è pandemia.

Il mio compagno trova un’iniziativa che ci piace, così con mia figlia, anche se non è qui con noi, e mia cognata ( ..sempre quelli facili all’entusiasmo) aderiamo all’iniziativa “Panno bianco”, perché è comunque  25 aprile.

Sotto Alt(r)a QuotaAssociazione di promozione sociale, organizza un’opera collettiva ed ogni partecipante fa la sua parte, il suo panno bianco; un pezzetto di qualcosa di più grande, del quale i contorni definitivi nessuno ben comprende, ma del resto, non è sempre un po’ così per tutto?

Però ci si fida dell’intenzione (ecco che torna l’illusione…la parte giusta..), si partecipa, anzi CONpartecipa per sentirsi PARTE.

Ognuno ha una frase da scrivere sul suo panno, un mozzicone che di per sé può aver poco senso ma ne avrà nell’opera generale, unita ad altre in un intreccio d’intenti , di parti che disegnano un tutto.

“sola, come l’avevo”

Seguendo le istruzioni faccio il mio fazzoletto, scritto in un pessimo corsivo da buona dislessica qual sono ma… Orgogliosissima del risultato e soprattutto di essere parte di questo diverso 25 aprile.

“sola, come l’avevo” è il frammento che è stato affidato a me

“sola, come l’avevo”

L’immaginario che apre è grande e al contempo limitato dalla declinazione verbale che contiene.:. Sola, come l’avevo lasciata… Sola , come l’avevo pregata di restare… Sola, come l’avevo… Che cosa?

Ma a risuonare più forte è quel SOLA.

Come si fa ad essere sola, soli, il 25 aprile?

Non c’è 25 aprile che non porti con se l’immagine di un  NOI, dell’INSIEME, dell’UNIONE. Fiumi di gente festante con bandiere e fazzoletti, canzoni e ricordi, slogan e gote arrossate d’emozione.

“Sola, come l’avevo” , avvicinata a 25 aprile , si fa ossimoro.

Ma del resto viviamo giorni d’ossimori profondi, nei quali essere vicini significa essere al di là di uno schermo, dove carezza significa pericolo…

Dunque sia.

“… Sola, come l’avevo sognata tante volte, bella, come era, avvolta nella sua veste bianca, camminava fiera, scompigliata nelle pieghe delle vesti e in quelle dei capelli, la pelle umida della fatica e dal passo deciso, eccola. Tenendo alta la grande bandiera, verde di speranza, bianca di pace e rossa di passione, sola, camminava un passo innanzi tutti, la LIBERTA’ ”

Buon 25 aprile

Cristiana Scarpellini