Fase 2, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi: “Pronti a ricominciare, ma con prudenza”

“In questi giorni sentiamo continuamente ripetere “ripartiamo”, e dobbiamo farlo, ma con prudenza” così il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha accennato ieri durante la Messa in Cattedrale alla riapertura delle celebrazioni al popolo il 18 maggio con le modalità di sicurezza e distanziamento sociale previste dal protocollo firmato dalla Cei e dal Governo nei giorni scorsi. Il protocollo e gli eventuali aggiornamenti della curia di Bergamo si possono trovare sul sito della diocesi cliccando qui.
“E’ importante ripartire – ha proseguito il vescovo – senza illuderci che il contagio ci abbia improvvisamente abbandonato”. Monsignor Beschi ha invitato poi ad attingere la direzione da seguire per il futuro dalla fede: “C’’è una domanda che credo stia nel cuore di tutti ed è: partiamo per dove? Dove andiamo? Qual è la nostra meta? Gesù dice “Io sono la verità”, ma qual è? E’ una grande domanda, Gesù dà una risposta: è Dio che si mostra col volto del Padre, che possiamo riconoscere in lui. La nostra meta è la casa del Padre, e con essa una condizione che merita di essere ricordata. Se siamo suoi figli non saremo abbandonati, neanche quando si avvicina l’ombra della morte o la sofferenza ci sembra insopportabile. La credibilità di questa paternità la vediamo in Gesù anche nei momenti più dolorosi, quando è difficile scorgerla. In questo universo sconfinato in cui noi siamo più piccoli dello stesso virus siamo i figli amati di Dio. Per giungere a questa meta Gesù stesso dice “io sono la via”. Gesù non è soltanto un maestro, ma è la sua vita concreta, la sua persona a mostrarci cosa fare. L’esperienza cristiana è una relazione viva”. Oggi le vie e le verità sono tantissime, ma dove ci portano, che cosa ci danno? “La misura della via e della verità – ha proseguito il vescovo – è quanta vita ci comunicano e di che tipo. Ce la comunicano se sono governate dall’amore, perché è proprio l’amore a darci la vita. La via di Gesù è fatta d’amore che diventa attenzione e condivisione con il prossimo. Pensiamo al servizio delle mense aperto ai più fragili così importante perché nulla manchi a chi ne ha bisogno. E’ l’amore che dà vita, ed è questo che testimonia l’omaggio e il ricordo dedicato alle mamme”.
Monsignor Beschi ha infine annunciato l’impegno più importante di questa settimana, una preghiera interreligiosa per la giornata della fratellanza: “Vi invitiamo a proseguire la preghiera del rosario nelle case e a innalzarla alla Vergine. Questa settimana però avremo un appuntamento comunitario diverso. Il 14 maggio con uomini di religioni diverse innalzeremo una preghiera per tutta l’umanità. Il Papa ha proclamato la giornata della fratellanza umana invitando al digiuno, alla carità e alla preghiera. Ognuno di noi cercherà di mettere in pratica queste prescrizioni e di riunire in questo impegno tutta la comunità del nostro territorio, perché questa esperienza così dolorosa non ci divida ma ci riunisca in un’autentica fratellanza”.