Campagnola, don Enrico D’Ambrosio: “Le mascherine ci spingono a ripartire dagli sguardi”

Da questa settimana si torna finalmente a celebrare la messa con i fedeli in chiesa. Un momento importante che ricomincia a offrire una sensazione di normalità, di ritorno alla quotidianità per numerosi credenti e famiglie. Molti negli ultimi mesi sono riusciti a trovare comunque nuovi modi per esprimere la propria fede, attraverso il dialogo all’interno del nucleo familiare, dove spesso i genitori si sono fatti portavoce pregando con i figli, diventando davvero “chiesa domestica”. Come ha spiegato don Enrico D’Ambrosio della parrocchia di Campagnola, il ritorno alla celebrazione della Messa rappresenterà non solo un passo importante per la comunità, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza, come il distanziamento sociale e l’obbligo ad indossare la mascherina, ma rappresenterà anche un modo per ricucire uno strappo che ha indelebilmente colpito le persone del quartiere, molte delle quali hanno subìto lutti familiari a causa dell’epidemia dovuta al COVID-19. “Bisogna tornare a toccare il terreno degli animi. Vedo ancora in giro molta preoccupazione e paura, proprio per questo ho avviato una discussione tra i miei fedeli: parlando con loro è emersa la possibilità di cominciare a celebrare le prime messe all’aperto, a partire da quella di sabato 23 maggio delle 18, per riabituarci poi pian piano ad entrare in chiesa”. Nel primo caso, in cui si dovesse optare per uno spazio aperto anche se più dispersivo, la scelta ricadrebbe sul Parco Comunale delle Brigate Alpine, che è stato luogo di ritrovo nelle ultime settimane. Al contrario, se si cominciasse con la celebrazione della Messa in uno spazio chiuso, la scelta ricadrebbe sulla chiesa nuova di Campagnola che attualmente dispone di ben 110 posti a sedere, i quali verrebbero occupati in modo da garantire il distanziamento sociale necessario. In questa seconda fase, sottolinea don Enrico, risulta sempre più importante ripartire da una chiesa rinnovata, che sia in grado di aiutare i credenti nella rielaborazione dei lutti che hanno subìto, ricucendo le ferire che sono state inferte. Si passa così inesorabilmente da una società delle parole a una comunità di sguardi, nuovo veicolo di comunicazione con cui ci troveremo a rapportarci. “Se prima ci si scambiava il segno di pace senza neanche guardarci negli occhi, adesso il contatto fisico che non sarà più presente, ci porterà a creare contatti guardandoci negli occhi, nel profondo, instaurando tra di noi un nuovo tipo di rapporto” ha sottolineato Don Enrico. Proprio da qui nasce l’iniziativa parrocchiale di raccogliere i volti dei fedeli realizzando una grande bacheca degli sguardi in un angolo del  quartiere. Tramite lo sguardo di quelle persone sarà possibile portare avanti un processo di ricucitura della memoria collettiva, per fare in modo che questo periodo storico che stiamo vivendo non venga dimenticato, ma venga rielaborato per poter ricominciare a vivere con nuove consapevolezze. Altra iniziativa promossa dalla parrocchia di Campagnola, quella di invitare i fedeli a tenere un proprio diario personale in cui raccogliere tutti i fatti, le esperienze e le emozioni vissute in questi mesi. “Con l’ufficio della mediazione di Bergamo abbiamo portato avanti un percorso di riparazione – prosegue Don Enrico – per aiutare le persone che hanno avuto un lutto a superare la disperazione. E’ stato doloroso perdere i propri cari senza poter celebrare i riti per dire loro addio, per tutti quei gesti di cura e di saluto che non sono stati espressi. Abbiamo deciso di creare coi ritagli di giornale dell’Eco di Bergamo una corona della memoria in cui inserire un messaggio per le persone che ci hanno lasciato”. Un ultimo augurio, quello di ricostruire una comunità con ferite ancora aperte, nella speranza di poter tornare a celebrare come una comunità coesa, in un rapporto comunicativo bidirezionale con i fedeli. Una comunità in cui anche i credenti che assistono alla messa domenicale possano prendere la parola per trasmettere e mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo ed essere così da esempio per il prossimo.