“Non è mai mancato il contatto diretto con i ragazzi” – dal lockdown all’estate in arrivo, don Alex Carlessi racconta il legame con la comunità di Clusone

«Le attività stanno riprendendo lentamente, un passo alla volta, in vista dell’estate. Ma quello che conta davvero è che il contatto diretto e personale con i nostri ragazzi, durante il lockdown, non sia mai mancato». Don Alex Carlessi è il curato dell’oratorio di Clusone e, solo pochi mesi dopo aver iniziato a lavorare sul territorio, si è trovato a gestire l’emergenza Covid, il distanziamento sociale, lo stop a tutte le attività e la necessità di mantenere viva una vicinanza che, non potendo essere fisica, si è necessariamente spostata sul piano virtuale. Tra incontri su Zoom, messaggi di supporto e contatti dei catechisti con le famiglie, il legame tra oratorio e comunità non è mai venuto meno: e ora  ci si prepara a ripartire. Ovviamente in tutta sicurezza.

«Con gli adolescenti e giovani è stato più facile mantenere i contatti in questi mesi, grazie agli smartphone e ai social – racconta don Alex -. Nelle settimane del lockdown stretto, comunque, non abbiamo proposto catechesi online o formazione di questo tipo: abbiamo preferito invece tenere con ciascuno di essi una relazione personale, chiedendo ogni giorno come stesse andando, come la stessero vivendo, se le loro famiglie stessero bene. Non attività pastorali, quindi, perché la cosa più importante era far sentire loro la nostra vicinanza». Le iniziative pastorali, spiega don Alex, sono invece iniziate attorno a Pasqua, con proposte e spunti personali di riflessione connessi al periodo e con i primi incontri collettivi su Zoom, per definire insieme ai ragazzi e alle ragazze dell’oratorio qualche prospettiva in vista dell’estate. «Abbiamo chiesto la loro disponibilità per dare una mano durante la stagione estiva – continua il sacerdote -, anche se ovviamente senza poter sapere ancora cosa sarebbe stato messo in campo, o come si sarebbe evoluta la situazione». 

La ripresa delle attività oratoriane è graduale, com’è giusto che sia visto il periodo appena trascorso: piccoli passi, quindi, che sono andati dalla formazione a distanza per i ragazzi dimostratisi disposti a collaborare nel progetto Estate Ragazzi (110 giovani, di cui 30 maggiorenni), alla consegna di “box formativi” con attività da svolgere personalmente e oggetti che ricordassero loro l’oratorio, fino all’incontro de visu di piccoli gruppi man mano che le limitazioni lo permettevano.

«Summerlife 2020 è il progetto lanciato dalla diocesi di Bergamo per costruire una proposta estiva nuova per quest’anno, dal momento che il tradizionale Cre-Grest non sarà possibile – spiega don Alex -. Stiamo organizzando attività pomeridiane in diversi gruppi, dal 29 giugno al 24 luglio, per i bambini e ragazzi di elementari, medie e superiori». A mantenere i contatti con i bambini più piccoli e le loro famiglie durante l’isolamento, invece, sono stati soprattutto i catechisti, mentre dal 18 maggio – con la ripresa delle messe – si è pensato di incontrarli in chiesa, a piccoli gruppi divisi per fasce d’età, così da poterli salutare. «Per quanto riguarda invece i sacramenti – spiega don Alex –, sono stati spostato a ottobre, come da indicazioni diocesane. Ma non abbiamo ancora stabilito delle date certe: aspettiamo di vedere l’evolversi della situazione…». 

Quando gli si chiede come abbiano vissuto il lockdown i “suoi” ragazzi, don Alex accenna un sorriso: «All’inizio alcuni l’hanno vissuto come una possibilità di riposo e relax. Poi però, ovviamente, la cosa si è prolungata ed è subentrata la difficoltà di stare in casa, di vivere questa dimensione di solitudine e lontananza dagli amici. Per alcuni è ancora così, fanno fatica a incontrare gli altri e a uscire, mentre per tanti c’è la volontà di andare oltre e di ricominciare. Alcuni mi chiedono anche di organizzare per andare al mare tutti insieme. C’è voglia di guardare avanti».