Luce, vento e Dio misterioso, inafferrabile. Spunti, esperienze


Mentre, domenica mattina, si celebrava mi ha colpito e distratto un piccolo fascio di luce, debole ma ben visibile, che colpiva il pavimento davanti a me. Non era fisso, ma si muoveva, avanti, indietro, a lato.

Non sono riuscito a individuare da dove veniva. È rimasto misterioso per me. E mi è venuto in mente come alcuni simbolismi biblici che “parlano” di Dio sono nati così: non si sa da dove arrivano, sono inafferrabili e quindi vengono nobilitati a rappresentare il Misterioso e l’Inafferrabile per eccellenza.

l fuoco, quello del roveto ardente del capitolo terzo dell’Esodo, il vento leggero che colpisce Elia sul monte santo e quello gagliardo della Pentecoste che invade tutta la casa. Fuoco e vento sono diventati immagini fluide e forti insieme che dicono – meglio: che suggeriscono – qualcosa di Dio.

Non ho voluto chiedere da dove potesse venire quel riflesso. Se me lo avessero spiegato quell’occhio luminoso e mobile sarebbe diventato per me solo il banale riflesso di una superficie luminosa di un qualche lampadario che dondolava sotto i raggi del sole che stava penetrando dalla finestre del presbiterio. E invece non ne ho saputo niente. 

E così, Dio mi ha parlato, stamattina, con quello strano occhio luminoso che vagava qua e là, inspiegabile e misterioso, sul pavimento del duomo.