Il Sacro Cuore, dal medioevo a oggi. Storia e devozione a Bergamo

Il mese di giugno è particolarmente dedicato al Sacro Cuore, devozione un tempo molto diffusa fra il popolo cattolico e che faticosamente si tenta di mantenere. Pur già presente nella mistica medievale, tale devozione va ascritta alle apparizioni di Cristo, durate 17 anni, alla religiosa visitandina francese Margherita Alacoque (1647-90) nella cappella del suo monastero a Paray le Monial. In una apparizione del 1673 vide Cristo con il cuore visibile sul petto. Indicandolo con una mano, le disse: «Ecco il cuore che ha tanto amato gli uomini che non ha risparmiato nulla fino a esaurirsi  e consumarsi per testimoniare loro il suo amore. E dalla maggior parte di loro non riceve che ingratitudine per le irriverenze e i sacrilegi, per la freddezza e il disprezzo che hanno per me in questo Sacramento di amore». Cristo le fece questa promessa: «A tutti quelli che per nove mesi consecutivi si comunicheranno al primo venerdì io prometto la grazia della perseveranza finale. Essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Sacramenti se necessari e il mio Cuore darà loro sicuro asilo in quel momento estremo». La religiosa confidò la visione al suo direttore spirituale, il gesuita padre Claudio de La Colombière, e insieme propagarono la devozione, nonostante le diffidenze e i dubbi delle consorelle e dei superiori. Tale devozione venne poi diffusa dai gesuiti, ma trovò forti opposizioni soprattutto tra larghe frange del clero e soprattutto dai giansenisti che, definendola «devozione cordicola», vi vedevano un’adorazione del cuore di carne del Signore, soppiantando la centralità del mistero di Cristo con il devozionismo. E a livello europeo si scatenarono aspre controversie che chiamarono in causa anche le autorità politiche.

La devozione si diffonde anche in Bergamasca

Dibattiti e contrasti trovarono vasta eco anche nella diocesi bergamasca. Il vescovo Gianpaolo Dolfin (1777-1819), da sempre favorevole alla devozione, costituì nel 1778 la Confraternita del Sacro Cuore nelle chiese di San Rocco in Broseta e di San Lorenzo in Città Alta. Nel 1779 sostituì nel calendario liturgico la festa delle Cinque Piaghe con quella del Sacro Cuore, causando ulteriori polemiche, stroncate dal podestà veneto che impose perentoriamente l’assoluto silenzio alle parti in causa. Malgrado ciò, la devozione si diffuse massicciamente nell’Ottocento a opera del clero, segnatamente dagli appartenenti al Collegio Apostolico.

Feste popolari e iniziative pastorali

Fino a non troppi decenni fa, tale devozione, la festa e le pie pratiche hanno rivestito un’importanza fondamentale nella pietà popolare e nella pastorale parrocchiale. Diffusa la consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore, con l’impegno di accostarsi frequentemente ai Sacramenti, vivere una vita cristiana intensa e tenere la sua immagine in casa. La devozione ebbe largo spazio ella pastorale verso i soltati, che venivano affidati al Sacro Cuore. Dopo la Grande Guerra (1915-18) i gesuiti fondarono la Lega di perseveranza, i cui iscritti, alla luce della spiritualità del Sacro Cuore, si impegnavano a perseverare nella preghiera, nella grazia e nella testimonianza cristiana. Nell’Ottocento, anche con toni nazionalistici, intere nazioni vennero consacrate al Sacro Cuore. Pure nel corso del Novecento i Papi richiamarono l’importanza della festa. Al Sacro Cuore veniva affidato anche il magistero pontificio, soprattutto quello di Pio XII, oggetto di aspri attacchi, le sorti della Chiesa perseguitata nei Paesi comunisti e la società europea che si stava scristianizzando.