Qui Cochabamba, Bolivia: la quarantena per il covid-19 continua. Le famiglie senza lavoro, i malati nascosti nelle case

In Europa la pandemia rallenta, in Bolivia continua a correre, esasperando le difficoltà della gente e aggravando la povertà

Mentre in Italia i contagi e i ricoveri rallentano, la situazione della pandemia di covid-19 in Bolivia continua ad essere drammatica. Vi proponiamo qui di seguito una testimonianza di Luciano Invernizzi di Stezzano e della sua famiglia. A Cochabamba gestiscono la casa Amigos de Padre Berta, che si occupa di ragazzi in difficoltà, sostenuta da Bergamo grazie alle adozioni a distanza. Per informazioni e per offrire aiuto si può cliccare qui.

Noi stiamo bene e da pochi giorni usciti dalla quarantena (iniziata a metà marzo) ed ora si “rientra” in quest’altra! Pazienza!
Avendo la proibizione tassativa, dall’amministrazione del condominio( e con tutte le ragioni!) di far entrare persone “non residenti” .ci si vede  e ci incontriamo con  le mamme in strada o in luoghi vicini, con tutte le precauzioni del caso, sia loro che noi, con mascherina, gel…ecc…

Purtroppo , dopo mesi senza entrate economiche, non potendo uscire e lavorare ogni giorno, la situazione è diventata insostenibile per molti gruppi familiari, si è arrivati anche alla fame, a blocchi stradali , attentati, rivolte di gruppi e interi quartieri  non ce la fanno più. Si chiedono se è meglio morire per fame o di coronavirus. Sapete che qui l’economia “informale” (cioè si lavora alla giornata, se si può e se c’è lavoro, assicurazioni mutua per la salute e per la vecchiaia, o pensione, son di la’ da venire!) e’ al 70-75%, i più realisti arrivano a dire che l’ 80% di lavoratori sono “informali”, quindi con l’incertezza di ogni giorno se potranno trovare una “pega” (una occupazione), fare il “giornaliero” e portare a casa qualcosa da mettere in tavola per la famiglia. E questo si ripete ogni giorno ..da sempre….e quando c’è questa insicurezza allora credi al primo che ti viene a dire che il “covid-19” è “…una invenzione dell’imperialismo…lo hanno inventato per far paura alla gente…”e”…agli inizi ridevano, ora c’è paura” dicono in molti ed in zone come il Chapare, dove alzarono barriere di massi e pietre perche “non entri il virus e nemmeno persone infette…”.

Se pensate che la  priorità dovrebbe essere l’attenzione alla salute, qui lo scontro più forte, tra i gruppi politici, è se andare già alle elezioni o aspettare  settembre o quando il virus se ne sarà andato! Molte fabbriche hanno già chiuso e  gli operai, fuori, bloccano perché riaprano. Medici e personale,  comunità intere e gruppi , istituzioni e comitati continuamente chiedono materiali e medicine, strumenti e mezzi per poter far fronte al virus, già ci sono ospedali chiusi, perché troppi medici ed infermieri e personale contagiati ed in isolamento e, purtroppo, molti decessi anche tra loro. I posti letto sono già pochissimi e a questo si aggiungono pochissimi reparti di terapia intensiva  e relative strumentazioni e respiratori.. È vero che in 14 anni di Evo si costruirono molti  ospedali, però stanno cadendo, sono vuoti , senza personale medico, infermieristico… È la solita bega e scarica-responsabilità che … Toccava al comune, alla regione, al governo centrale e così la salute e l’educazione sono sempre all’ultimo posto.

In molte città hanno organizzato “brigate” di studenti di medicina dell’ultimo anno con funzionari e infermieri che con l’aiuto dell’esercito  “rastrellano” (in molti casi senza le misure di “bio-seguridad”) casa per casa per trovare i contagiati,  in molti casi sono respinti dalla gente , sono aggrediti;  trovarono, a centinaia, famiglie intere contagiate, perfino bebè e bimbi contagiati che  venivano nascosti , molte  persone decedute,  nascoste  e sotterrate senza denunciare . Famiglie intere contagiate non possono essere ricoverate  perché gli ospedali sono gia’ al collasso, e manca  personale che li possa seguire a domicilio . Componenti di queste famiglie fanno la vita “normale” contagiando sempre più altre persone. Le autorità ammettono che le statistiche  ufficiali non sono per niente reali, parlano, come minimo, del doppio, sia dei contagiati sia dei decessi. Purtroppo con molte imprese già chiuse e personale licenziato, con l’aumento dei senza lavoro e la riduzione di opportunità  causate dalla pandemia,  c’è una incidenza forte nei più poveri e  nelle classi più deboli, facendoli più vulnerabili  al consumo di droga ed al traffico  e coltivazione di droghe per poter vivere. È di questi giorni l’affermazione del ministro dell’interno boliviano che “…oggi si è democratizzata la fabbricazione della droga in tutto il paese, da tempo Bolivia non è più solo un paese produttore e di transito di stupefacenti,  è anche consumatore…ci sono regioni intere  controllate dal narcotraffico e resistono alla legge ed allo stato …”.

Le scuole: da marzo chiuse. Ora c’e’ lo scontro tra private e pubbliche, con i privati che possono far lezione via internet ed esigono il pagamento delle rette mentre i padri di famiglia non vogliono. Le pubbliche non sono preparate e attrezzate per lavorare via internet e molte famiglie  sognano di avere un tablet per i loro figli.

Da mesi non andiamo piu’ a “Messa”! L’eucarestia “irraggiungibile”,  solo per tv. Forse sarà un modo per vederla e viverla e vederci “diversamente”, come persone e comunità; sicuramente riprenderemo l’andare  di nuovo in Chiesa ,  con una Chiesa  che tenga sempre le porte e finestre ed il cuore spalancati e l’abbraccio a tutti, contaminando quanti ci circondano di speranza , passione  e compromesso, autentici . Perche’,  qualcuno diceva, “abitare l’incertezza, ripensare il futuro in questo mondo che sì è ferito, pero’ continua a scuoterci per la sua bellezza e per la Vita che continua”.

Già sapete  perche’ le problematiche del virus  le avete provate e vissute  voi prima di noi . Da quel che leggo ne siete già’ fuori, noi  qui, secondo   gli esperti, il picco  arrivera’ ad agosto-settembre! Un salutone a voi tutti da Luciano con Terry, Dolores e Norka.