La comunicazione può essere “gentile”? Un saggio di Fausto Colombo

La proposta di lettura della Biblioteca diocesana del Seminario questa settimana riguarda un saggio di Fausto Colombo, “Ecologia dei media. Manifesto per una comunicazione gentile” (Franco Angeli).

Il saggio di Fausto Colombo ci chiama a riflettere sull’importanza della qualità della comunicazione, in quanto risorsa e tratto umano per eccellenza, attraverso un approccio che l’autore definisce ecologico, volto a mettere in luce le trasformazioni antropologiche connesse all’evoluzione tecnologica dei media e il presunto parallelismo tra inquinamento ambientale e inquinamento del simbolico.

I media appaiono, infatti, come un ecosistema in continua evoluzione e presentano straordinarie opportunità ma anche, talvolta, derive “inquinanti”, capaci di piegare il valore sociale e umano della “comunicazione gentile” a una mera logica economica della visibilità. 

L’ambito scientifico in cui si inserisce il testo è quello della sociologia dei media ed è proprio da questa prospettiva che l’autore mette in evidenza i risvolti sociali, economici e simbolici dei media e la loro capacità di modificare abitudini, ritualità quotidiane, assetti abitativi e relazionali, ma anche, almeno in parte, le nostre abilità cognitive e il modo in cui interpretiamo la realtà che ci circonda. 

La novità delle piattaforme attuali e del cosiddetto web 2.0, starebbe, tuttavia, in un peculiare insieme di capacità tecnologiche, modelli di business e pratiche d’uso che, premiando le strategie di autopresentazione degli utenti, punta a rendere sempre più efficaci e pervasive le strategie politiche e di mercato delle piattaforme stesse.

Pertanto, appare oggi più difficile riconoscere e contrastare non solo quel “capitalismo digitale e di sorveglianza” che rischia di ridurre gli utenti e i loro comportamenti a freddi dati mercificabili, ma anche la diffusione, sempre più capillare, di notizie false, discorsi d’odio e fenomeni di cyberbullismo che compromettono il buon funzionamento dello scambio comunicativo.

L’invito, quindi, è quello di valorizzare la “gentilezza” in riferimento non solo a un tipo di comunicazione onesta e cortese, ma anche all’appartenenza a una comune gens e alla preziosa possibilità di indirizzare in modo proficuo le relazioni interpersonali e il rapporto con il mondo attraverso i media. 

Chiara Maino