Quando il navigare a vista diventa una necessità (ma una bussola non guasterebbe)

Sarebbe bello un mattino alzarsi e scoprire di aver acquisito durante la notte, come per magia, quella dote che proprio ti manca e tanto vorresti. La pazienza, per esempio. O il saper lasciare andare. O il sapersi organizzare. Ecco, io che del navigare a vista sono la perfetta incarnazione vorrei tanto sapermi organizzare. Sapere ciò che farò durante la giornata, cosa mangeranno i miei figli a cena, quando mai riuscirò a far la spesa, quando Tommaso riprenderà in mano un libro di lettura, quando Alice deciderà che, malgrado la bellezza del suo tatuaggio a pennarello che occupa l’intera gamba, un bagno occorre farlo.


E invece no, io ogni mattina mi alzo e mi lascio guidare dalle onde, dai venti, dalle correnti. Navigo convinta verso un punto all’orizzonte, poi mi passa accanto una tartaruga e mi metto a seguirla, poi tocca al delfino, poi incontro una zattera e l’accosto, poi chiudo gli occhi e galleggio a pancia in su, poi cerco di nuovo quel punto all’orizzonte. Nel frattempo passano ore, il giorno fugge, le cose da fare volente o nolente attendono spazientite.


E quando vado a letto ogni tanto ci penso. Avrei potuto far di più, avrei dovuto programmare, avrei dovuto prevenire. “Ma che dici, in un periodo come questo la tua è arte da imparare”, mi dice un’amica. “Io sono in panico perché non so nulla di ciò che accadrà a settembre. Le scuole ricominciano il 14, ma come? Dovremo portare i figli scaglionati in orari diversi? E io come farò col lavoro? E il pomeriggio? E le videolezioni? E il piccolo che dovrebbe andare all’asilo? Com’è possibile, giunti ad agosto, non avere ancora alcuna risposta? Come si fa, a navigare a vista?!”.


Beh, messa così un po’ mi consolo. Lo ammetto, io non so nemmeno con esattezza cosa farò domani. Sono abituata ad avere solo poche ma grandi certezze. E a settembre provo a non pensare, anche se, mi rendo conto, l’estate sta volando. Come sempre, forse più che mai. Speravo che sarebbe stato un momento di ripartenze, di rinascita, di entusiasmo, di idee che escono dal cassetto, di progetti che si materializzano. Ma no, non è proprio così. E’ faticoso il presente, è nebuloso il prossimo futuro. Una bussola, in realtà, non guasterebbe. Intanto affino l’arte del navigare a vista, sia mai che vagando si svelino pian piano dietro l’angolo risposte a domande che, ora come ora, sembra troppo arduo anche solo formulare.