Don Andrea Borgonzoni: “Non si diventa preti da soli. Mi ha sostenuto la preghiera di tante persone”

Gioia, speranza, abbandono alla Provvidenza, consapevolezza del cammino percorso e da percorrere dopo l’ordinazione sacerdotale. Sono i sentimenti espressi dai tre diaconi alla vigilia della loro ordinazione sacerdotale. Negli approfondimenti del dossier di questa settimana offriamo qualche cenno del percorso di ognuno di loro, per incominciare a conoscerli meglio.

Don Andrea Borgonzoni è nativo della parrocchia cittadina di Sant’Alessandro in Colonna, nel centro di Bergamo bassa, e ha 28 anni. Fin da giovanissimo si è impegnato attivamente nella comunità e la prima chiamata al servizio sacerdotale l’ha avvertita negli incontri vocazionali per adolescenti. Nel 2012 è entrato nella Scuola vocazioni giovanili per poi passare in Seminario, dove ha seguito gli studi di Teologia. Nel fine settimana ha prestato servizio nelle comunità di Foppolo in Alta Valle Brembana e nella parrocchia di Redona in città, quindi è stato prefetto dei ragazzi di 2ª liceo, si è impegnato nella predicazione e negli ultimi anni ha prestato servizio pastorale nella comunità di Almenno San Bartolomeo.

«Ricordo bene ciò che ci ripeteva come insegnante ed educatore il vicario generale monsignor Davide Pelucchi — racconta don Andrea Borgonzoni —, cioè che essere preti è bello e che in un quarto d’ora lo saremmo diventati. Questa frase allora mi suonava un po’ strana, Oggi, invece, dopo otto anni, riconosco che è stato proprio così. È stato un cammino sostenuto dalla preghiera di tantissime persone e anche dalle diverse esperienze dei fine settimana. Gioie, dubbi indecisioni, gioia e serenità hanno reso questi anni un appassionato cammino dietro al Signore. Sarò prete — aggiunge don Andrea — non per mio merito, ma per la grazia, la fedeltà e l’amore di Dio verso di me. Anche per questo, per la mia ordinazione, ho scelto la frase: “Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e sempre”».