Bergamo, l’ordinazione di tre preti novelli: segno di gioia e speranza

Il vescovo: l’ordinazione sacerdotale «è ancora un evento capace di incidere l’indifferenza diffusa verso ciò che ha sapore di fede e di Chiesa»

Foto Frau

Un evento di grande gioia e speranza per la Chiesa di Bergamo. Sabato pomeriggio 29 agosto alle 17, in Cattedrale, nel corso di una solenne Concelebrazione eucaristica, il vescovo Francesco Beschi ordinerà sacerdoti tre diaconi (la cerimonia sarà trasmessa in diretta su BergamoTv). Questi i loro nomi e le parrocchie di provenienza: don Andrea Borgonzoni, di Sant’Alessandro in Colonna in città; don Luca Sana, di Almenno San Bartolomeo; don Michael Zenoni, di Valgoglio e Novazza. In queste ultime due parrocchie (ora unite) la gioia è ancora più grande, perché l’ultima ordinazione a Valgoglio risale al 1839, cioè 181 anni fa, e nella frazione Novazza risale al 1929, cioè 91 anni fa. Sulle pagine di «Alere», il periodico del Seminario diocesano, i tre ordinandi hanno scritto i loro pensieri alla vigilia del grande giorno. Il vescovo Beschi ha indirizzato loro un augurio, definendoli «giovani del nostro tempo e della nostra terra», aggiungendo che l’ordinazione sacerdotale «è ancora un evento capace di incidere l’indifferenza diffusa verso ciò che ha sapore di fede e di Chiesa» e di avere «risonanza» fra i giovani e i lontani dalla vita parrocchiale».

Il rito delle ordinazioni sarà contrassegnato da momenti molto intensi. Il corteo — formato dal vescovo, dai sacerdoti concelebranti e dagli ordinandi — entrerà processionalmente in Cattedrale. Dopo le letture, il rito dell’ordinazione entrerà nel vivo. Il primo momento sarà la presentazione e l’elezione degli ordinandi. Don Gustavo Bergamelli, rettore del Seminario, li chiamerà per nome e loro risponderanno «Eccomi!», segno della disponibilità ad accogliere il dono del sacerdozio. Poi si disporranno davanti al vescovo, a cui il rettore del Seminario chiederà la loro ordinazione. Dopo l’omelia, gli ordinandi si disporranno nuovamente davanti al vescovo per le interrogazione sugli impegni a cui sono chiamati: volontà di esercitare per sempre il ministero sacerdotale, predicare la Parola di Dio, insegnare la fede cattolica, celebrare i Sacramenti, pregare assiduamente, consacrare la vita per la salvezza degli uomini. Ogni ordinando si avvicinerà al vescovo, promettendo «filiale rispetto e obbedienza» a lui e ai successori.

Seguirà un altro momento intenso. Gli ordinandi si prostreranno a terra, mentre l’assemblea intonerà le sempre suggestive Litanie dei Santi, segno della convocazione in preghiera della Chiesa di ogni tempo. Successivamente, durante l’antico canto del «Veni Creator», il vescovo imporrà le mani sul loro capo, segno della trasmissione dello Spirito, e poi reciterà la preghiera di ordinazione. Da questo momento saranno sacerdoti per sempre. Il gesto verrà ripetuto dai sacerdoti concelebranti. I passi successivi saranno la vestizione degli abiti sacerdotali, cioè la stola presbiterale e la casula, e l’unzione delle mani con il sacro Crisma, per significare la particolare partecipazione al sacerdozio di Cristo, «l’unto dal Padre in Spirito Santo». Il vescovo metterà il calice con il vino e la patena con il pane nelle mani degli ordinati, segno della centralità dell’Eucaristia nella vita di ogni presbitero. Infine l’abbraccio di pace con il vescovo e i sacerdoti concelebranti. La sera stessa i tre neosacerdoti entreranno nelle parrocchie native, dove il giorno successivo presiederanno la loro prima Messa.