Scout sulle tracce delle Aquile Randagie: route estiva fra la Val Codera e la Base di Colico

Uno sguardo nel mondo degli scout: racconto della route estiva scritto da un rover del clan Brace Viva del gruppo AGESCI Treviglio 1

È stata una scelta consapevole  e coraggiosa, quella di noi ragazzi del Clan Brace Viva: in una calda serata di giugno, a riunione, abbiamo stabilito insieme le linee guida del nostro futuro campo estivo. Si prospettavano davanti a noi sei giorni di route particolari, nei quali avremmo dovuto affiancare  all’entusiasmo e alla gioia di sempre anche le misure igieniche più recenti e le direttive del Governo in ambito di sicurezza. Dopo qualche settimana di preparativi riguardanti i momenti di animazione e gli aspetti logistici siamo finalmente partiti. Destinazione? Val Codera e base scout di Colico, sul lago di Lecco: luoghi importanti, intrisi di storia e simbolo dello scoutismo italiano, in quanto testimoni delle operazioni clandestine delle Aquile Randagie durante il periodo del Fascismo. La nostra route sarebbe stata così suddivisa: i primi tre giorni avremmo risalito la val Codera, pernottando presso le basi scout della Centralina e di Casera, per poi ridiscendere verso il lago e concludere il nostro percorso al Campo Scuola Nazionale “Kelly”, nel comune di Colico. Non potendo, per motivi legati alla pandemia di Covid-19, dormire in tenda e preparare da mangiare insieme, è stato necessario che ciascuno si attrezzasse singolarmente per soddisfare questi bisogni: pentole e fornellino personali ci hanno permesso di mantenere le distanze al momento dei pasti, mentre per la notte abbiamo optato per la realizzazione di ripari singoli con teli e cordini, mettendo in campo varie abilità e tecniche costruttive in pieno stile scout.

Dopo un ecologico e comodo viaggio in treno, la Val Codera ci ha accolti mostrandoci subito il suo lato più selvaggio e inaccessibile: su un ripido sentiero prevalentemente a gradoni immerso nel bosco siamo lentamente risaliti con i nostri zaini fino al paesino di Codera, dove numerosi scout di diversi gruppi erano riuniti in ricordo del quarantesimo anno dalla morte di Baden, uno tra i protagonisti del movimento delle Aquile Randagie. La sera, alla Centralina, dopo aver montato i ripari e cucinato, abbiamo accolto intorno allo scoppiettante fuoco di bivacco diversi capi di altri gruppi per una chiacchierata sulle Aquile: ci è stata spiegata l’origine di questa organizzazione, creata da ragazzi come noi che seppero opporsi al Regime fascista continuando, clandestinamente, a portare il fazzolettone e a far valere i valori della Promessa e della Legge scout, e ci siamo interrogati su come poter attualizzare il coraggioso esempio delle Aquile nella nostra vita di tutti i giorni.

Nel secondo giorno di Strada della parte “mobile” della nostra route abbiamo potuto assaporare una Val Codera più aperta, con prati verdi e alti abeti posti a costeggiare il nostro itinerario fino a Casera. Il tempo, meno clemente della giornata precedente, ci ha tenuto compagnia con scrosci di pioggia in serata, ma niente paura, tutto calcolato (circa…): la cena con i fantastici pizzoccheri del vicino rifugio Brasca e l’ospitalità fraterna dei gestori della base di Casera ci hanno risparmiato una notte umida e fredda nei nostri ripari.

Con sveglia alle 6:00 ci siamo lanciati una “disperata” discesa lungo la valle verso la stazione di Novate Mezzola, con obiettivo fisso quello del famoso treno delle 11:42 per Colico. Un po’ in ritardo noi, un po’ in ritardo anche il treno: insomma, ancora una volta, tutto calcolato J. A causa delle piogge del giorno prima e della notte, lo spazio a noi destinato alla base di Colico, la pineta di San Nicolao, venne dichiarata “inagibile” dal responsabile, verdetto che ci obbligò a chiedere ospitalità in parrocchia per la notte; dapprima sotto il porticato per cucinare e in seguito in salone per la notte. Il mattino successivo l’arrivo al Campo Scuola Kelly: un mondo tutto scout immerso in un fantastico bosco, nel quale, sotto i nostri teli, ci siamo sentiti a casa per i rimanenti giorni di campo. Tra momenti di animazione e di preghiera, bagni nel freddo lago, giochi, canti intorno al fuoco e una veglia alle stelle abbiamo potuto assaporare autentici momenti di comunità e di condivisione. Sulla via del ritorno, sui nostri volti stanchi ma contenti si poteva cogliere un’espressione di soddisfazione: soddisfazione per aver creduto possibile un campo estivo pur con mascherina e gel igienizzante alla mano, per essere riusciti ad organizzare tutto quello che avevamo vissuto; soddisfazione per aver superato insieme momenti difficili e aver condiviso le gioie e le emozioni che solo una route può trasmettere.

Sparviero Attivo