Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Tre parole di Rosmini, uno stile di vita

Adorare, tacere, godere.

(Beato Antonio Rosmini, Testamento spirituale)

Poco prima di morire, Antonio Rosmini saluta l’amico Alessandro Manzoni con queste tre parole. È come se gli consegnasse una regola di vita, e Manzoni l’ha affidata a sua volta a tutti noi.

Adorare. Questa parola sembra ormai tanto fuori moda!  Colui che adora solitamente è prostrato, e con il suo gesto riconosce che qualcuno (Dio, nel nostro caso) è più grande di lui, e che da lui dipende. Oggi, al contrario, fin da piccoli ci viene fatto credere di avere completa autorità sulla nostra vita, come se potessimo realizzarci da soli. Riconoscere invece che non tutto dipende da noi, ed affidarci all’opera di un Dio buono serve soprattutto a ricentrare la nostra vita su di Lui e a toglierci la pressione di doverci auto-realizzare. Ma non solo! Adorare significa anche riconoscere nelle nostre giornate la presenza di Dio che si manifesta nelle più piccole cose: una parola importante, un messaggino inatteso, un gesto affettuoso.

Tacere. Altro verbo antiquato! Chi ci fa tacere di solito è una persona rigida, autorevole, bacchettona. Il silenzio poi è noioso e vuoto, ed il vuoto ci fa paura, come quei silenzi imbarazzanti in una conversazione impacciata. Ma il silenzio è anche il presupposto per l’ascolto, e per il cristiano l’ascolto della Parola è pane, è essenziale. Ascoltare significa aprire il cuore all’altro e anche all’Altro, che trova sempre un modo per parlare a chi lo ascolta. Il tacere è proprio poi di chi si sa meravigliare, di chi sa restare letteralmente a bocca aperta davanti ai prodigi, ai miracoli anche piccoli che la provvidenza dispone ogni giorno sotto i nostri occhi.

Godere. È un invito ad essere felici, a gaudere, gioire. Ci sono modi diversi però per essere felici. C’è un modo non cristiano di esserlo? Ad esempio la felicità cristiana non prevede che per raggiungerla si debba calpestare qualcuno, e non coincide nemmeno con quella felicità concepita come “overdose di piacere”. Questi modelli di gioia sono destinati a fallire: dopo pochi istanti, la felicità svanisce. Ma c’è anche un modo cristiano di essere felici. Sapere di essere amati da Dio, agire sulla sua Parola, restare uniti a Lui, in comunione con Lui. Questa è la nostra gioia!

In un mondo che chiama noi cristiani ad essere pochi in mezzo ai tanti diventa importante fare la differenza: saper vivere nel mondo sapendo di non appartenervi, ma sempre cercando di lasciare un segno, un annuncio buono, come Gesù ci ha indicato. Adorare, tacere, godere può essere quel modo di vivere capace di fare di noi cristiani significativi, ricchi di quei valori essenziali che il resto del mondo ha scordato: l’umiltà, la preghiera, l’ascolto, la gioia sincera.