Box Organi a Lallio: suoni e parole tra disastri e storie memorabili della Bibbia

Sono numerosissime le storie indimenticabili incluse nel testo biblico che hanno fecondato nei secoli la fantasia degli artisti – pittori, poeti, scrittori, compositori –, restituendoci capolavori in cui l’autore fa sentire la sua voce inconfondibile pur mantenendo fede all’assunto originale. In questa linea si colloca anche il secondo concerto di «Box Organi. Suoni e parole d’autore» che stasera 26 settembre, a Lallio (inizio ore 21), prevede l’esecuzione di numerose pagine per lo strumento a canne riferibili al Vecchio Testamento, anche in prima esecuzione assoluta, ispirate al tema “Disastri, cataclismi e storie memorabili”.
Uno spunto senz’altro intrigante, che il milanese Paolo Negri, organista titolare della Chiesa di S. Maria Segreta e direttore artistico della Fondazione Organo della Basilica di San Babila a Milano, ha colto perfettamente confezionando un programma musicale ricco di brani perlopiù di raro ascolto. Si comincia con «Valet will ich dir geben», opera del francese Alexandre Guilmant, fra i più grandi e celebrati organisti, compositori e concertisti del suo tempo. Qui la melodia protestante è solo un pretesto per far sentire dodici note molto caratteristiche tratte dal tema dell’Ouverture del Saul, uno dei numerosi oratori scritti da Haendel. Guilmant è anche l’autore scelto per il brano conclusivo, la «Parafrasi sul coro “Tochter Zion, freue dich!”» dal Giuda Maccabeo, altro sontuoso oratorio haendeliano, in cui il tema originale viene elaborato contrappuntisticamente fino all’esplosione del grandioso finale in forma di canone. Nel 1700 il tedesco Johann Kuhnau (1660-1722), musicista di straordinaria cultura – fu avvocato, docente universitario, scrittore, teorico, compositore, organista – e predecessore di Bach alla Thomaskirche di Lipsia, dà alle stampe la «Presentazione musicale di alcune storie bibliche», suddivisa in 6 sonate. La prima sonata, dedicata al «Combattimento tra David e Goliath», si articola in otto movimenti, ognuno dei quali descrive ritmicamente, timbricamente e melodicamente gli eventi o gli stati d’animo preannunciati dalla voce recitante che narra di volta in volta le vicende. Questa sonata, insieme ai celeberrimi concerti delle «Quattro stagioni» di Antonio Vivaldi, costituisce uno dei primi esempi di musica a programma. L’impaginato prosegue con un breve corale bachiano, «Durch Adams Fall ist ganz verderbt» (Per il peccato di Adamo tutto è perduto) BWV 637, in cui l’errore del progenitore è caratterizzato dal continuo scambio fra triadi maggiori e minori che spiazzano l’orecchio creando un senso di estrema instabilità, e la caduta e la debolezza dell’uomo sono espresse grazie a un uso persistente del cromatismo e a caratteristici salti di settima diminuita presenti nel pedale.

La “scena biblica per organo” «Giona e la balena» è un nuovo lavoro di Marco Lo Muscio, compositore, pianista e organista romano le cui composizioni sono regolarmente eseguite in molte parti del mondo e interpretate da prestigiosi musicisti. Scritta su commissione di «Box Organi» attenendosi alle possibilità foniche dell’organo Bossi Urbani 1889 collocato nella Chiesa Arcipresbiterale di Lallio, la composizione si suddivide in tre sezioni: I. “Il profeta Giona”, in forma fugata; II. “La balena”, caratterizzata da una figurazione ostinata alla mano sinistra, a descrizione del fluttuare della balena nel mare; III. “La preghiera di Giona”, un adagio mistico che simboleggia il ringraziamento di Giona a Dio per essere stato salvato. Come è ormai tradizione, a questo punto Federica Cavalli leggerà il racconto a tema organistico «Quando i Farfisa popolavano le chiese del bresciano» che Luca Doninelli, autore di una cospicua e diversificata produzione letteraria che tocca vari generi, compreso il teatro, ha scritto per questa sesta edizione della rassegna. Il Corale «Christ, unser Herr, zum Jordan kam» (Cristo, nostro Signore, venne sul Giordano) di Johann Pachelbel (1653-1706), segna il passaggio alla seconda parte del recital. L’autore affida il tema del canto luterano alla pedaliera, con note lente, granitiche, come la roccia sulla quale si costruisce la casa, mentre le mani dell’esecutore disegnano il moto del fiume attraverso scale ascendenti, discendenti e spezzate. Paolo Negri, diplomato al Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza sotto la guida di Luigi Toja, si è distinto particolarmente nel repertorio romantico e tardoromantico. Nel solco di questa predilezione si colloca dunque il brano successivo, l’«Adagio für die Orgel» di Julius Reubke (1834-1858), un talentuosissimo allievo di Liszt morto purtroppo giovanissimo. La composizione non è altro che una versione autografa esclusivamente manualiter di un movimento della splendida «Sonata sopra il Salmo 94». Del suo recentissimo «Dypticum Biblicum», lo stesso Grimoaldo Macchia scrive: «Si tratta di una composizione suddivisa in due sezioni o visioni istantanee: “La Torre di Babele” e “Il Diluvio Universale”. L’opera, scritta appositamente per «Box Organi», fotografa due precisi passi biblici: nel primo quadro, in forma di Ricercare meditativo, l’uomo non accetta di essere limitato e vuole essere uguale a Dio, bramando il dominio su tutto. La torre simboleggia appunto la pretesa di voler essere al di sopra di ogni cosa e controllare tutto dall’alto. Per punizione, l’ira di Dio distruggerà la città di Babele. Nel secondo quadro, in forma di Toccata, Dio vede che l’uomo da lui creato ha oltrepassato i limiti, e il diluvio è proprio la punizione che Egli manda per scuoterlo e farlo rientrare in se stesso». Macchia è a tutt’oggi uno dei più prolifici e richiesti compositori italiani di musica d’organo, con all’attivo un gran numero di lavori eseguiti in tutto il mondo. Infine, di Feike Asma (1912-1984) sarà eseguita la poco conosciuta «Fantasia sopra due versetti del Salmo 42», articolata sopra l’incipit del noto corale protestante conosciuto in Italia con il titolo di “Quanta sete nel mio cuore”. Ad aggiungere ulteriori motivi di interesse alla serata, saranno gli interventi a sorpresa del poliedrico fisarmonicista e bandoneonista Gino Zambelli, che come da sempre accade per i concerti di «Box Organi» avrà il compito di riattualizzare alcuni temi di brani in programma originariamente concepiti per lo strumento a tastiera, reinventandoli secondo modalità desunte dalla pratica del jazz e della musica d’improvvisazione. Zambelli è considerato “uno dei migliori talenti della nuova scuola italiana della fisarmonica” (Amadeus, 2011). Dal 2010 collabora con i solisti della Scala di Milano e svolge intensa attività come solista in diverse orchestre nazionali e internazionali. Ha inciso numerosi cd ed eseguito in prima assoluta varie composizioni di autori contemporanei.

La rassegna, diretta da Alessandro Bottelli e realizzata in collaborazione con la Parrocchia e l’Associazione Libera Musica di Lallio, è resa possibile grazie al contributo di Fondazione Credito Bergamasco, delle ditte Zanetti, Agnelli Metalli, Co.me.c., Ambrosini e della farmacia degli Spezieri, e si avvale del patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e della media partner del quotidiano Avvenire, del settimanale Famiglia Cristiana e di Credere, oltre che del settimanale diocesano on-line santalessandro.org

Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti secondo le vigenti disposizioni sanitarie. Info e prenotazioni: 338 58 36 380.