Quando ti senti inadeguata in una società che corre, veloce ed efficiente

  • “Però dai, mamma…questo cucù non è molto bello”.
  • “Come no! Alice, ci ho impiegato dieci minuti a farti questo chignon, vah che roba, sembri proprio una ballerina. Coi tuoi capelli fini è un’impresa”.
  • “No mamma. Ci sono i ciuffi che vanno ovunque, sembra una coda arrotolata e mi hai messo troppe mollette sberluccicose”.

Niente, ha ragione. Ora, care mamme, una cosa dovete proprio spiegarmela: come fate a fare tutto e a farlo pure alla perfezione? Perché no, io proprio non ci riesco e sarebbe bello se per solidarietà vuoi mi guardaste con tenerezza e vi metteste una mano sul cuore pensando “poveretta…dai, ci ha provato, facciamo così: abbassiamo tutte il livello, che almeno anche una come lei non si sente tagliata fuori”.

  • “Mammaaaaa!!!”.
  • “Oddio Tommy che c’è a quest’ora della notte, hai fatto un incubo?!”.
  • “No, mi è venuto in mente che non ho fatto il compito di inglese”.
  • “Quale compito? Ho guardato registro elettronico, diario, nuovo portale online al quale mi hanno fatta iscrivere ieri, chat delle mamme, chat delle maestre…io non l’ho visto”.
  • “No mamma, ti garantisco che c’è”.

Niente, me lo sono persa. Fortuna che i miei figli vanno una in prima e l’altro in seconda elementare. Fortuna che un po’ me ne frego, perché penso che la scuola sia innanzitutto affar loro e sin da piccoli ne debbano essere coscienti. Ma anche in questo caso, care mamme, dovete raccontarmi come si fa. A star dietro a tutto, a pensare a ciò che devono mettere in cartella (a proposito, ho sentito di mamme che ancora preparano lo zaino ai figli che vanno alle scuole superiori….ditemi che non è vero), ad essere ancora lucide a sera.

  • “Mamma, mi piacerebbe un sacco fare calcio”.
  • “Mannaggia Tommy, proprio il calcio? Che come minimo ci son due allenamenti a settimana più le partite?”.
  • “Sì”.

Niente, alla fine cedi. Ma voi come fate? A portarne una a danza e poi uno a calcio, a rincorrere feste di compleanno di amici e appuntamenti al parco nel weekend, a cercare di soddisfare ogni loro necessità. Io sono felice di vederli contenti, ma poi penso a quanto sia tutto un po’ folle.

  • “Silvia, quando Tommy e Alice andavano all’asilo avevi cucito i loro nomi sulle sacche per il cambio? E sulle bavaglie? E sulle federe del cuscino per la nanna?”
  • Risata isterica. “Ma ti pare?! Io prendevo il pennarello e scrivevo bello grosso il loro nome su sacchette in stoffa improvvisate, bavaglie stropicciate, vestiti per il cambio infilati nella scatola in modo approssimativo. Il cuscino per la nanna non sono nemmeno certa di averglielo mai dato”.

Mamme, io resto di stucco davanti ai vostri capolavori di cucito, ai vestitini profumati e stirati. Agli orari di scuola dei vostri figli che conoscete a memoria, alle corse a cercare quel lenzuolino o quel cuscino per la nanna che devono esser proprio così.

Io un po’ son fatta strana, un po’ non so organizzarmi, un po’ penso che forse dovevo nascere parecchi anni fa, quando si lasciavano i figli a giocare per strada, quando non esistevano “super mamme e super papà” ma solo “mamme e papà”, quando il mondo non ruotava tutto attorno ai figli, ma erano loro ad adeguarsi al mondo che da millenni girava così di suo.

E allora spesso tolgo le finte vesti da supereroina, mollo gli ormeggi, mi diverto e basta. A saltare coi miei bimbi, a sporcarci di fango, a ridere come pazzi senza motivo, ad andare a letto troppo tardi, a svegliarci coi capelli ancora impiastrati, a dimenticare ciò che proprio dovevamo ricordare. Che tanto poi, alla fin fine, ce la si cava sempre.