“Quel che resta del bene”: dalla memoria della pandemia una strada per il futuro

Silenzio.

Una mostra itinerante fatta di immagini, parole e storie: è questa la proposta del Bergamo Festival Fare la pace, che segue il filo conduttore “Quel che resta del bene. Ridisegnare insieme il nostro futuro”.

Al centro ci sono le persone: le lacrime di commozione dei volontari che portavano spesa e farmaci agli anziani, gli sguardi di fiducia e accoglienza tra medici e pazienti, i legami di amicizia e solidarietà nuovi di zecca nati proprio per fare fronte all’emergenza, gli abbracci e la commozione di chi è guarito ed è tornato a casa dopo mesi di ricovero e dopo aver sconfitto il virus. Bergamo è stata tra le città più colpite dall’epidemia, ha pagato un prezzo altissimo di malati e di vittime, ma è diventata un luogo simbolo anche per il grande movimento di solidarietà che questa situazione ha generato.

Bergamo Festival ha dato vita all’installazione urbana “Quel che resta del bene” con le immagini del fotoreporter Giovanni Diffidenti e le parole della giornalista Elena Catalfamo che ha raccolto testimonianze e riflessioni nate dal mondo della cooperazione sociale. L’installazione urbana, curata da don Giuliano Zanchi, presidente del comitato scientifico del Bergamo Festival, è nata grazie alla collaborazione di educatori, coordinatori e alcuni presidenti di numerose cooperative sociali aderenti a Confcooperative, ed è stata realizzata grazie al contributo di Confcooperative e Cesvi, con il patrocinio del Comune di Bergamo.

Nell’installazione sono state raccolte e trasformate in manifesti tredici immagini e altrettante parole. Ognuna contiene una storia, un ricordo, un momento della vita ai tempi della pandemia. Ora viene proposta come mostra itinerante per scuole, parrocchie, comuni e cooperative sociali, per affrontare i temi dell’ascolto, condivisione, gratitudine, coraggio, responsabilità, collaborazione, dono, cura, speranza, dialogo, compassione e memoria.

La mostra itinerante è composta da 13 pannelli che possono essere facilmente trasportati e appesi, a corredo è disponibile materiale di approfondimento composto da materiali, articoli, webinar realizzati durante il periodo del lockdown. Questi elementi vengono proposti come base per sviluppare attività in classi e gruppi in modo autogestito o con la collaborazione di alcuni giovani del gruppo di Bergamo Festival. Le schede sono state prodotte con il contributo dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, degli esperti di Confcooperative Bergamo e degli operatori e volontari che hanno lavorato sui progetti durante i periodi più acuti della pandemia nella terra bergamasca. Altre informazioni sul sito della manifestazione, clicca qui.