Papa Francesco: udienza, “per pregare bene dobbiamo pregare come siamo, non truccare l’anima”

“Per pregare bene dobbiamo pregare come siamo, non truccare l’anima per pregare”. Lo ha detto il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata ai Salmi – “sono 150 salmi per pregare” – e pronunciata in Aula Paolo VI, dove Francesco è arrivato percorrendo a piedi il corridoio centrale, ma senza salutare i fedeli, a causa delle misure per l’emergenza sanitaria in corso. “Andare davanti al Signore come siamo, con le cose belle e anche con le cose brutte che nessuno conosce, ma noi dentro conosciamo”, l’invito del Papa a proposito dei salmi, dove “troviamo tutti i sentimenti umani: le gioie, i dolori, i dubbi, le speranze, le amarezze che colorano la nostra vita”. “Leggendo e rileggendo i salmi, noi impariamo il linguaggio della preghiera”, ha assicurato Francesco: “In questo libro non incontriamo persone eteree, astratte, gente che confonde la preghiera con un’esperienza estetica o alienante”. “I salmi non sono testi nati a tavolino, sono invocazioni, spesso drammatiche, che sgorgano dal vivo dell’esistenza”, ha spiegato il Papa: “Per pregarli basta essere quello che siamo”. Nei salmi, infatti, “sentiamo le voci di oranti in carne e ossa, la cui vita, come quella di tutti, è irta di problemi, di fatiche, di incertezze”.

“Tutti i dolori degli uomini per Dio sono sacri”, perché “davanti a Dio non siamo degli sconosciuti, o dei numeri. Siamo volti e cuori, conosciuti ad uno ad uno, per nome”. Ad assicurarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata ai Salmi, dove “il credente trova una risposta”. “Egli sa che, se anche tutte le porte umane fossero sprangate, la porta di Dio è aperta”, ha spiegato Francesco: “Se anche tutto il mondo avesse emesso un verdetto di condanna, in Dio c’è salvezza”. “Il Signore ascolta: qualche volta nella preghiera basta sapere questo”, ha detto il Papa: “Non sempre i problemi si risolvono. Chi prega non è un illuso: sa che tante questioni della vita di quaggiù rimangono insolute, senza via d’uscita; la sofferenza ci accompagnerà e, superata una battaglia, ce ne saranno altre che ci attendono. Però, se siamo ascoltati, tutto diventa più sopportabile”. “La cosa peggiore che può capitare è soffrire nell’abbandono, senza essere ricordati”, ha sottolineato Francesco: “Da questo ci salva la preghiera. Perché può succedere, e anche spesso, di non capire i disegni di Dio. Ma le nostre grida non ristagnano quaggiù: salgono fino a lui, al Signore, che ha cuore di Padre, e che piange lui stesso per ogni figlio e figlia che soffre e che muore”. “A me fa bene, nei momenti brutti, pensare a Gesù piangendo”, ha rivelato a braccio il Papa: “Quando pianse guardando Gerusalemme, quando pianse davanti alla tomba d Lazzaro. Dio ha pianto per me. Dio piange, piange per i nostri dolori, perché Dio ha voluto farsi uomo per poter piangere”. “Pensare che Gesù piange con noi nel dolore è una consolazione, ci aiuta ad andare avanti”, ha concluso Francesco: “Se rimaniamo nella relazione con Lui, la vita non ci risparmia le sofferenze, ma si apre a un grande orizzonte di bene e si incammina verso il suo compimento. Coraggio, avanti con la preghiera, Gesù sempre è accanto a noi!”.

“Io vorrei scendere e salutarvi, ma con le nuove prescrizioni è meglio mantenere le distanze”. Con queste parole, pronunciate a braccio al termine dei saluti che come di consueto concludono l’udienza del mercoledì, il Papa ha spiegato ai fedeli la sua scelta di non salutarli, né all’inizio né alla fine dell’udienza. Quando è entrato oggi in Aula Paolo VI, infatti, per la prima volta Francesco ha percorso a piedi il corridoio centrale senza nessun contatto con i fedeli, e lo stesso ha fatto alla fine, con un saluto e una benedizione corale e prolungata dal palco, da solo, salutato da applausi fragorosi dei presenti che lo acclamavano: “W il Papa!”. “Voi siete distanti e prudenti come si deve fare – ha detto loro poco prima il Santo Padre – ma succede che quando scendo tutti vengono e si ammucchiano, e così c’è pericolo di contagio”. “Scusatemi se oggi vi saluto da lontano – ha concluso esortando a mettere la mascherina e a mantenere il distanziamento sociale – ma se tutti come buoni cittadini compiamo le prescrizioni delle autorità, questo sarà di aiuto per superare la pandemia”.