Per certe cose non si è mai grandi abbastanza

  • “Mamma, quando si diventa grandi?!”
  • “Caspita Alice, è una domanda complessa. Cosa intendi per “grandi”? Perché se intendi maggiorenni…beh, lo sarai a 18 anni, per lo Stato italiano…ma se intendi esser grande davvero…mah, per certe cose non si è mai grandi abbastanza”.
  • “Tipo per che cosa?!”
  • “Ad esempio io, a 40 anni, ancora mi abbuffo di dolci pur sapendo che non mi fanno bene. O mi arrabbio quando sarebbe meglio restar calmi. O chiamo la zia per chiedere consigli su cose che non so come affrontare. E poi pensa al nonno, che a 70 anni passati non ha ancora capito che deve smettere di fumare. Mica è facile, essere grandi”.

Alice se ne va, chiaramente non soddisfatta della risposta. Si dirige verso il fratello, intento a fare strani calcoli tra carte Pokemon impilate alla perfezione.

  • “Tommy, quando si diventa grandi?”
  • “Guarda che io lo so perché lo chiedi. Tu vuoi poter fare quello che vuoi. Mi sa che abbiamo ancora parecchio da aspettare Alice”.

Si dicono qualcosa nell’orecchio, lei sorride furbetta, io cerco di non intromettermi, che una cosa mi è chiara: se la sbrigano meglio tra di loro. Così salgo in camera a fare una telefonata di lavoro, finché non sento il rumore di una sedia trascinata per terra. Poi silenzio. Poi risate sommesse. Finisco la telefonata, scendo in cucina. Nulla. Tutto sembra in ordine.

  • “Dove siete finiti?”
  • “Siamo quiiiiiii!”

Seduti per terra in un angolo, circondati da cuscini, si son presi dalla credenza il barattolo con la crema di nocciole, il pane, i biscotti giganti “che sorridono”, i succhi. Han trovato pure il pacchetto di caramelle che avevo nascosto. Sorrisoni. Mi fissano.

  • “Mi sa proprio che siamo diventati grandi, mamma. Sappiamo arrangiarci e guarda, anche noi ci abbuffiamo di dolci pur sapendo che non ci fanno bene”.
  • “Ovviamente è tutta colpa di Alice, io l’ho solo aiutata. Comunque ora mamma non ti conviene arrabbiarti, meglio restare calmi”.

Mi arrendo. E mi unisco alla merenda.