Non aspettano più gli adulti. I giovani di 118 Paesi del mondo danno il via a Mock Cop

I giovani considerano la pandemia anche una conseguenza dello squilibrio ecologico globale.

“Non aspettiamo più di poter parlare nei convegni dei grandi ma parliamo noi. I leader impegnati nella discussione sul clima ci hanno sbattuto la porta in faccia. Dal momento che non ci ascoltano non giocheremo più al loro gioco e costruiremo la nostra conferenza”.

Dalle Filippine al Costa Rica una denuncia unanime da parte dei giovani: “I leader mondiali hanno come priorità solo gli interessi economici”.

Era prevista in questi giorni a Glasgow la Conferenza mondiale sull’ambiente, la Cop 26, ma la pandemia lo ha impedito ed è stata rinviata al prossimo anno.

Visto che la Cop26 non potrà tenersi, ragazze e ragazzi di 118 Paesi, hanno dato vita un evento su Internet chiamato Mock Cop, la Cop simulata (www.mockcop.org).

Dal 19 novembre al 1° dicembre si ritroveranno on line in una sorta di governo virtuale del pianeta affrontando temi quali la giustizia climatica, la formazione scolastica, la sanità e la salute mentale, i nuovi lavori ecosostenibili, gli obiettivi di riduzione del carbonio.

Quello per la salute ha la precedenza su qualsiasi altro impegno ed è doveroso che tutti gli sforzi vengano concentrati in questa direzione. Nel contempo le altre grandi sfide all’umanità non possono essere abbandonate a sé stesse e se la priorità deve essere rigorosamente rispettata non si devono lasciare senza risposta le domande sul futuro. Molte riguardano il cambiamento climatico che, peraltro, non è estraneo al sorgere e allo svilupparsi della pandemia.

Guardando alla tragedia che nel mondo si sta consumando, Mock Cop potrebbe essere inteso come una mancanza di sensibilità. Come una fuga dalla responsabilità.

Non è così. I giovani considerano la pandemia anche una conseguenza dello squilibrio ecologico globale e temono che l’unica preoccupazione dei leader, sconfitto il virus, sia quella di recuperare la crescita economica persa nei  mesi del contagio. Si aggiunge il timore, come peraltro è accaduto dopo il primo lockdown, che gli stili di vita personali e collettivi rimangano quelli di prima, gli stessi che hanno contribuito alla crisi ambientale con le sue drammatiche conseguenze quali le diseguaglianze che lacerano ancor più una società disorientata.

C’è un pensiero che ha ispirato e guida Mock Cop, ed è di Greta Thunberg: “Qualcuno dovrà fare qualcosa e quel qualcuno potrei essere io”.

Parole che lasciano intendere la difficoltà di una strategia, perché il Coronavirus ribadisce che non si possono fare grandi programmi, ma c’è la volontà di ascoltare persone credibili, con loro confrontarsi sul futuro e quindi agire. Tra queste persone c’è Francesco, con la Laudato si’.