L’arte ai tempi di Instagram: come funzionano le figure

La proposta di lettura della Biblioteca diocesana del Seminario Giovanni XXIII di Bergamo: questa settimana riguarda il saggio di Riccardo Falcinelli “Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram” (Einaudi).

Quello di Riccardo Falcinelli è un saggio istruttivo e al tempo stesso divertente e stimolante per chiunque voglia comprendere il modo in cui, storicamente, le immagini sono state pensate, costruite, ritagliate, incorniciate, condivise ed esposte negli spazi pubblici dell’arte, in quelli domestici delle abitazioni e nelle reti tradizionali e digitali dei media, dove ora circolano vertiginosamente per mezzo degli odierni fruitori e produttori di immagini: tutti noi. 

L’intento di Falcinelli non è quello di spiegare cosa significano le immagini dipinte e riprodotte dai grandi artisti della Storia, ma come funzionano. Non si tratta, infatti, di un manuale di storia dell’arte, ma di un racconto colloquiale e avvincente che l’Autore, un acuto grafico e teorico del design, ha voluto instaurare con il lettore attraverso parole e, naturalmente, immagini. 

La provocazione è immediata: una figura decentrata e tagliata in copertina che, tuttavia, non arriva a scandalizzare i pubblici odierni, così avvezzi alla moltitudine di immagini in cui si imbattono ogni giorno – dai post amatoriali condivisi sui social media ai dipinti ammirati nei musei, dagli spot pubblicitari guardati distrattamente in tv alle scene di film apprezzate sul grande schermo.

Eppure, secondo Falcinelli, non riusciremmo a capire i canoni estetici odierni e l’ossessione stessa per le immagini senza riconoscere quel bagaglio storico e culturale che rende le composizioni, gli spazi, le forme e le figure tutt’altro che elementi neutri.

Leggendo il libro si scopre, per esempio, che la comunicazione di massa ha imparato a comporre le figure studiando le nature morte dei pittori del passato, che l’affastellamento di universi visuali eterogenei non è un’invenzione del mondo digitale ma dei musei ottocenteschi e che la forma rettangolare ha trionfato su cerchi e polittici per motivi non casuali. 

Capire come funzionano le immagini e come vengono utilizzate significa quindi riflettere sul mondo che ci circonda e sul perché oggi, pungolati da ogni tipo di stimolo visivo, sembriamo essere sempre più distratti e interdetti di fronte ad essi. 

Chiara Maino

Per informazioni si può contattare la biblioteca diocesana: tel. 035.286.221 – 035.286.252; www.bibliotecadiocesanabg.itbiblioteca@seminario.bg.it