Dolci Sogni liberi: la rinascita incomincia nella pasticceria artigianale del carcere

Biscocioccoli, i Nociottoli, gli Speziottoli, Pannocchiette… Nomi che stuzzicano una zuccherina curiosità e fanno venire l’acquolina in bocca. Sono le delizie prodotte dal forno di “Dolci sogni liberi”, dove detenuti e persone disabili lavorano fianco a fianco dando vita alla pasticceria artigianale del Carcere di Bergamo. Il progetto, ideato nel 2015 dalla Cooperativa Sociale Calimero, si svolge all’interno della casa Circondariale di Bergamo, ma anche che sul territorio della Valle Seriana (dove ha sede legale e trova spazio il bar Dolci Sogni) e di tutta la provincia. “L’esperienza della Cooperativa Calimero nel carcere di Bergamo nasce nel 1996 relativamente ad altri progetti- spiega Rosa Lucia Tramontano, presidente della Cooperativa e direttrice del progetto -Nel 2011/2012 un bando della regione prevedeva un piccolo finanziamento per l’auto-imprenditorialità delle persone detenute e a quel punto ci si è accesa una lampadina.  All’interno del carcere esistevano già  locali per la formazione professionale dei detenuti e uno di questi era attrezzato per i corsi di arte bianca.  Purtroppo per diversi anni non hanno più finanziato questo tipo di formazione e quindi quei locali e quelle attrezzature sono rimaste chiuse ed inutilizzate. A quel punto abbiamo pensato di utilizzare quei fondi per riaprire i locali e rimettere in moto quelle attrezzature, forno, impastatrice, spezzatrice, trafilatrice che riprendevano, dopo una piccola manutenzione, a lavorare come per magia”. Così si stipula una convenzione con la casa Circondariale per l’uso dei locali in comodato d’uso, si mette un contatore a scavalco e si apre una nuova unità produttiva. Nasce il marchio Dolci sogni liberi.  Si chiama un esperto panificatore, un esperto pasticcere e si comincia a fare formazione ai primi dieci detenuti selezionati dall’ufficio educatori del carcere. “La formazione- prosegue la Presidente -dura 12 mesi e da quel momento si crea una piccola squadra di tre detenuti assunti regolarmente e tre progetti in tirocinio per la formazione continua”. Il lavoro, si sa, dà dignità, ai detenuti in modo particolare, aumenta la loro autostima e li aiuta, una volta liberi, a inserirsi  in quel tessuto sociale fatto di relazioni salde al quale, prima di entrare in carcere, erano per la maggior parte estranei. “Come è ovvio, il turnover è notevole, le persone detenute accedono quando possibile ai benefici di legge per le pene alternative e questo fa sì che il gruppo si modifichi ogni anno. La selezione viene fatta con persone che hanno pene lunghe, proprio per cercare di investire su risorse umane che rimangono almeno un paio di anni”. E così comincia una nuova avventura: si sperimenta, si prova, si assaggia e si decide cosa produrre. “Lungo il cammino  incontriamo tante figure rappresentative per creare una nostra identità produttiva e fondamentale si rivela il legame con Equomercato” le materie prime utilizzate per creare i prodotti da formo sono infatti eque e solidali. La produzione di biscotti si unisce alla produzione di qualche chilo di pane per gli ospiti della casa di riposo vicino al carcere di via Gleno, per poi espandersi, grazie alla sensibilità del comune di Bergamo, alle scuole elementari per i pranzi e le merende dei bambini che poi creano bellissimi disegni per ringraziare i detenuti. E poi la Caritas, con i suoi centri di accoglienza con il pane arabo per gli immigrati. “Il venerdì ci viene dato il permesso per produrre la pizza per i detenuti che ne fanno richiesta, è una novità positiva per un ambiente come questo. A quel punto ci serve un autista che porti in giro i nostri prodotti e così nasce un’altra opportunità lavorativa per un detenuto. Facciamo una richiesta per concedere l’art. 21 ( permesso che si dà a detenuti meritevoli per uscire solo per lavoro) ad una persona individuata dalla direzione della Casa Circondariale ed ecco un nuovo assunto, il gruppo si allarga”.  A macchia d’olio il nostro progetto prende sempre più piede, interessa, piace, affascina”. Ma Calimero vuole di più. “Dobbiamo accontentare i nostri amici con un prodotto artigianale eccezionale a Natale e a Pasqua. Un nostro fornitore conosce un pasticcere che nel 2017 ha vinto il premio come miglior Panettone d’Italia. Proviamo a contattarlo, a chiedergli consulenza e lui accetta di buon grado. Da Milano arriva nel Carcere di Bergamo con tanta professionalità e solidarietà nel cuore. Dopo un corso di formazione di un mese, i nostri ragazzi fanno uscire un prodotto ottimo. Siamo a Pasqua 2018, per cui quell’impasto crea le nostre prime colombe. A settembre 2018 ecco le prime prove dei panettoni. Chi aveva assaggiato le colombe Pasquali vuole provarlo. In collaborazione con Amandla (botteghe equosolidali) facciamo una piccola campagna pubblicitaria con manifesti sparsi per la città. Risultato: Il 24 dicembre 2018 abbiamo prodotto tra quelli da 1 kg, quelli da 750 gr, quelli da 500 gr e i piccolini da 200 gr, esattamente 6980 pezzi. La soddisfazione dei ragazzi è stata  altissima, hanno lavorato giorno e notte per raggiungere questo risultato e i dipendenti della Casa Circondariale di Bergamo hanno fatto di tutto per facilitarci il lavoro, nonostante l’ambiente non fosse proprio idoneo per raggiungere quegli obiettivi”. Il progetto assume anche delle sembianze culturali e sociali molto importanti, ma non è facile, anche dopo un’intensa formazione, una volta fuori, trovare subito una collocazione lavorativa. Eco perché la Cooperativa si impegna per aprire, nel 2018, un forno esterno. Spiega RosaLucia: “Arriva un bando del ministero delle Pari opportunità che prevede il finanziamento a fondo perduto di creazione di occasioni di lavoro per tutti e soprattutto per disabili. Un’occasione da prendere al volo. Detenuti abili che lavorano ed insegnano a disabili a fare il pane e i dolci. Questa è l’idea. La sviluppiamo e la inviamo, coinvolgendo tutto il territorio della nostra valle. Il ministero accetta. Il progetto viene finanziato, ma dopo un po’ arriva la comunicazione che i fondi sono pochi e quindi possono darci solo un quarto dell’importo.  Non fa niente, li prendiamo lo stesso e proviamo a progettare il nostro forno, un locale esterno. La spesa è altissima, la cooperativa ci crede, chiede un finanziamento bancario per procedere e il 15 dicembre 2018 si inaugura il bar “Dolci Sogni”. All’interno oggi ci lavorano due detenuti in pena alternativa, due ragazzi disabili e due soci di cooperativa.

In questi giorni di intenso lavoro prenatalizio, quando consegniamo i panettoni, spesso ci viene rivolta la battuta: “Ma c’è la lima dentro?”. E così ci è venuta l’idea di creare una lima di cioccolato e inserirla nel dolce, ma dobbiamo studiare bene questa soluzione e chissà, magari l’anno prossimo la proporremo”.