Don Manuel Valentini: “La pandemia ci ha colto impreparati. Abbiamo bisogno di strumenti nuovi”

“Il lockdown ci ha colto impreparati, non avremmo mai pensato di dover portare la catechesi online, mettere in pausa per un momento la relazione a tu per tu con i ragazzi è stato molto difficile per tutti, ragazzi e catechisti”. Esordisce così don Manuel Valentini, curato delle parrocchie di Gandino, Barzizza e Cirano. Una riflessione condivisa mentre ancora la pandemia sta segnando la vita degli oratori e in particolare  la catechesi. L’isolamento sociale costringe ad inventare firme nuove per non fermarsi durante la crisi. Insieme ai volontari dell’Unità pastorale di Gandino, don Manuel ha attivato sin da subito delle modalità per continuare la proposta del catechismo sia per i bambini sia per gli adolescenti. 

“Con i ragazzi delle elementari e medie abbiamo organizzato un incontro ogni tanto, non c’era una programmazione fissa, ma con i catechisti, classe per classe, abbiamo pensato a un percorso leggero in base agli impegni dei ragazzi e all’abilità dei partecipanti nell’ambito tecnologico. Per gli adolescenti ci siamo impegnati a mantenere un incontro ogni due settimane. L’obiettivo non era quello catechistico abituale ma di condivisione del vissuto, delle paure, delle preoccupazioni, per dare spazio anche alle gioie e speranze”.

Non solo incontri in video. I mezzi usati per camminare insieme pur restando a distanza sono stati anche diversi. “Uno strumento nuovo è stata per esempio la creazione di un pdf interattivo,. Ad ogni ragazzo inviamo un pdf che permetteva, attraverso i link collegati ad esso, di accedere a diversi contenuti multimediali per tutta la famiglia. Abbiamo proposto questo materiale per tutte le domeniche di quaresima, la settimana santa e il tempo pasquale. Abbiamo poi ripreso lo strumento del pdf in questo periodo di avvento”.

E la reazione delle famiglie, per quanto si è potuto condividere, è stata positiva. “Difficile valutare una reazione alle proposte perché mancano e sono mancati la relazione e lo scambio di idee dal vivo, faccia a faccia. Abbiamo creato un questionario online e la risposta è stata molto buona, i dati che abbiamo raccolto parlano di una buona accoglienza delle varie proposte ed una richiesta di continuare ad approfondire questi campi con contenuti di valore”.

Un percorso non privo di ostacoli, che sta mettendo a dura prova tutti quanti si impegnano nella missione di trasmettere la fede ai più piccoli. Ma proprio nelle difficoltà si possono cogliere delle sfide. “Le difficoltà a livello tecnologico sono sempre tante. C’è per esempio quella di non poter condividere lo stesso luogo, non tanto per il luogo in sé, ma perché la vicinanza ha un carattere fondamentale.  Difficoltà perché il mondo online corre e come chiesa fatichiamo a starci dietro, il mondo online ha grafiche, contenuti, aspetti entusiasmanti, ci stuzzica pensare di riuscire anche noi a produrre contenuti in maniera simile”.

E in questo scenario i bisogni restano tanti. “Servirebbe in particolare formazioni sul tema social, che abbiamo provato a promuovere in parrocchia. Non solo dal punto di vista tecnico dell’utilizzo, ma come riuscire a comunicare con loro. Il problema fondamentale è la mancata trasmissione dei valori, della cultura e della fede. Noi adulti, custodi di questo patrimonio, facciamo fatica a tramandarlo perché il linguaggio e la comunicazione, la grammatica delle parole, è cambiata. Approfondire questo tema è quindi una questione fondamentale per la trasmissione dei saperi, ed anche della fede”.

Insomma, l’emergenza può offrire stimoli di riflessione che vanno oltre l’emergenza.  Perché ci sono temi scoperchiati dalla pandemia che aprono interrogativi pressanti e percorsi nuovi. “Credo che questo tempo abbia aperto alla pastorale uno spaccato sul mondo che fino ad oggi non volevamo vedere o rispetto al quale ci pensavamo estranei. Il mondo della pastorale online, chiamiamola così. Oggi l’educazione e la pastorale del cortile, informale, non è solo fatta nel cortile dell’oratorio, anche nel cortile che sono i social utilizzati dai nostri ragazzi online. Il mondo aumentato che è il network è un mondo ricco di spunti e di possibili luoghi di evangelizzazione”.