Sorella morte ha bussato al monastero

La morte, il distacco, la speranza

Ho saputo che è morta la vostra sorella Maria Concetta. Come si vive la morte dentro il monastero? Angela

Cara Angela, uno dei tanti aspetti che nella vita monastica si imparano a vivere in un modo nuovo, è proprio il rapporto con la morte. 

L’abbiamo accompagnata fino all’ultimo

Da poco abbiamo accompagnato questa nostra sorella, suor Concetta nell’ultimo tratto del suo cammino terreno, vegliandola a turno, giorno e notte. Non l’abbiamo mai lasciata sola: siamo sempre state presenti con gesti di tenerezza e affetto, tenendole la mano, accarezzandola, pregando con lei e per lei. 

“Laidato si’, mi Signore
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente
pò scappare”
(s. Francesco, Cantico delle creature)

Quando le sue condizioni hanno fatto presagire la morte, tutta la fraternità si è radunata attorno a lei pregando e attendendo di consegnarla al Padre delle misericordie attraverso la materna intercessione di Maria. La morte di una sorella è sempre un passaggio intenso in cui sperimentiamo da una parte il dolore per questa partenza, per il legame di affetto e di sororità che ci unisce, per la vocazione condivisa per tanti anni; dall’altro viviamo la consolante certezza che ora lei è con il Signore, lo sposo che ha amato e seguito per tutta l’esistenza. Per questo il dolore si trasforma nella gioia di saperla in cielo a intercedere per noi e per tutti i fratelli in umanità. Siamo certe che la sua presenza non è più visibile ma, non per questo lontana, anzi, ora è ancora più vicina di prima, è con noi e continua a vegliare sul nostro cammino. 

Il commiato

La celebrazione delle esequie è particolarmente curata: le letture esprimono qualche tratto del profilo spirituale della sorella, i canti sono solenni e un pensiero di saluto e ringraziamento per il dono che la sorella è stata, è il commiato che la madre esprime a nome di tutta la fraternità. Da qualche anno poi, accompagniamo anche il feretro al cimitero, consegnando alla terra il corpo della sorella nell’attesa di ritrovarci nel Signore partecipi della sua resurrezione.

Questo clima intriso di fede e umanità, rende la morte meno straniera e ostile, più vicina e sorella. Certamente l’atto del morire rappresenta un momento delicato, a volte un po’ temuto perché sconosciuto nella sua manifestazione ma, aver accompagnato la morte delle sorelle e aver visto la loro consegna fiduciosaal Signore, riempie di speranza. Il momento del passaggio all’eternità apre al mistero dell’incontro di ciascuno con Dio, con Colui che ci ha creato, redento e salvato, con il suo grande amore. Per questo nel momento della morte della sorella, ci inginocchiamo per un atto di adorazione alla sua presenza. 

Questa certezza ci restituisce una certa dolcezza e pace perché nella morte siamo da lui custodite e prese per mano, accolte nel suo abbraccio di misericordia come figlie ritornate a casa: da Dio veniamo e a Lui ritornino. Sovente, prima di spirare, il volto della sorella si illumina e appare un dolce sorriso che sembra sigillare l’incontro con il Signore atteso e desiderato per tanto tempo. La nostra vocazione monastica ricorda il primato di Dio e la continua ricerca del suo volto: Dio sceglie donne e uomini che, seppur nella semplicità della vita, camminano sulle strade della storia con lo sguardo fisso verso il regno, meta di tutti i credenti. Allora la morte non è un inciampo, ma il compimento di un’attesa e di un desiderio, di un grido che dice: Vieni Signore Gesù!

“Va’ sicura, 
perché hai buona scorta nel viaggio”
(s.ta Chiara)

Particolarmente care alla nostra tradizione spirituale, sono le parole che la nostra madre santa Chiara ha pronunciato prima di morire e che noi accogliamo come testamento di una vita spesa per il Signore, totalmente donata all’amore di Colui che tutto a noi si è donato: noi le pronunciamo a nome della comunità davanti alla sorella morente. Possano imprimersi nella memoria ed essere anche per te, cara Angela, parole dolci e consolanti che donano speranza e rendono la morte non più nemica ma sorella, via che conduce all’incontro con Dio:

“ Volgendosi poi a se stessa, la vergine Chiara parla silenziosamente alla sua anima:
Va’ sicura, perché hai buona scorta nel viaggio. 
Va’, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata 
e sempre guardandoti come una madre suo figlio,
ti ha amata con tenero amore. 
E tu, Signore, sii benedetto, che mi hai creata”.