Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: dialogo d’arte, musica e fede

Sì, è importante chiarirlo bene. Quando dirigo I pini di Roma o Le fontane di Roma non è che, mentre dirigo, cerchi di immaginare i pini di Villa Borghese, i pini della via Appia, e magari con le legioni romane che lì avanzano. La musica non è descrizione […]

Sempre, quando studio un brano di musica, vengo poi “perseguitato” da quel mondo a cui mi sto avvicinando; e allora dentro di me si crea ogni genere di “fantasmi”. Quella musica, quelle melodie, quelle armonie producono in me idee disparatissime, magari gioie e paure insieme, che io devo saper comporre nella mia interpretazione. L’interpretazione è alla fine chiamata a decidere intorno a tutti quei “mondi possibili”. Da essi deve risultare la mia interpretazione.

Riccardo Muti, Massimo Cacciari, Le sette parole di Cristo, 2020

Le parole citate rientrano nella risposta del maestro Muti a una provocazione del professor Cacciari. Il libro “Le sette parole di Cristo” è un intreccio di provocazioni artistiche, che raccolgono spunti dall’arte figurativa e quella musicale. Per essere precisi, la riflessione parte dal quadro Crocifissione del Masaccio e dalla sinfonia “Sette ultime parole del nostro Redentore in croce” di Haydn. Pare agli autori che queste due opere siano in dialogo profondo tra loro, intente come a guardarsi e ascoltarsi.

Ma c’è un altro dialogo che caratterizza questo testo e ne dà la forma, la struttura. Infatti è la trascrizione del vicendevole interrogarsi fra due importanti esperti ed esponenti di queste arti, gli autori Muti e Cacciari. La lettura si snoda in un continuo dibattito, dove a turno gli interlocutori raccontano le varie interpretazioni che la storia ha attribuito a queste opere e i legami con i loro vissuti. 

Desidero condividere un altro dialogo. Questo testo mi arriva come regalo per Natale da una persona che conosco, ma non tanto da essere obbligati né lei né io a uno scambio di doni. Scartando la carta del pacchetto che ho testardamente conservato fino alla mattina di Natale, ho scoperto questo scritto denso e prezioso. Un libro che incontra la mia passione e la mia sensibilità per una Fede che questa persona può aver intuito soltanto accogliendo nel quotidiano i miei gesti e le mie parole: non credo di essere io un testimone così esplicito, mi sento piuttosto accolto, profondamente accolto. Ho molte occasioni di chiacchierare e discutere con questa persona, a volte per affrontare problemi e difficoltà, ciascuno dal proprio punto di vista. Ma ho sempre avuto la sensazione di un dialogo sincero e profondo e con questo dono, questa percezione si fa presente. Mi avvolge il pensiero della Trinità del nostro Dio, tre persone che da sempre si incontrano. È inafferrabile e misteriosa la Trinità, eppure siamo tanto capaci di intuire che incontrarci, raccontarci è una strada per la verità.