Il vescovo Francesco ai giornalisti: “La comunicazione ha bisogno di lealtà e responsabilità”

«Siate come dei buon pastori che hanno a cuore la vita del proprio gregge, cioè i destinatari del vostro lavoro. Grazie per tutto quanto avete fatto in questi mesi di pandemia, perché sono necessari anche i ristori della mente e dell’anima, non soltanto quelli del corpo». Un sincero ringraziamento è stato espresso, la mattina del 25 gennaio, dal vescovo Francesco Beschi nella Concelebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale delle Grazie, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e di tutti gli operatori nel vasto mondo della comunicazione sociale. La Chiesa di Bergamo vanta una fitta presenza nel mondo della comunicazione: il quotidiano «L’Eco di Bergamo», edito dal 1880; il mensile «L’Angelo in Famiglia», che sta per raggiungere i 97 anni di vita; Bergamo Tv, Radio Alta e il settimanale diocesano on line «Santalessandro.org».

San Francesco di Sales (1567-1622), vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa, venne proclamato da papa Pio XI patrono dei giornalisti e degli scrittori cattolici nell’enciclica «Rerum omnium» (1923). Questo patrocinio deriva dall’intensa attività epistolare svolta dal santo nella sua diocesi, dove numerose comunità avevano abbracciato il protestantesimo. Infatti, stendeva messaggi scritti anche su semplici fogli, che venivano diffusi in tutta la sua diocesi, nelle chiese e nelle case, con il fine di rendere salda la fede cattolica. Questa opera è stata ricordata da don Mattia Magoni, direttore dell’Ufficio pastorale comunicazioni sociali, salutando i presenti, fra cui Alberto Ceresoli, direttore de L’Eco di Bergamo. «Le sue intuizioni sono attuali anche oggi. In questi momenti di pandemia e smarrimento, abbiamo bisogno di parole buone e i media ci hanno aiutato».

Nell’omelia, riprendendo il Vangelo del Buon Pastore, il vescovo ha sottolineato che la comunicazione ha bisogno di verità, lealtà, responsabilità, rispetto della dignità della persona, presenza nella vita dell’uomo. «L’immagine del pastore buono è messa in contrapposizione con quello mercenario, colui a cui non importa nulla del gregge, soprattutto nel pericolo. La comunicazione di massa ha un potere sempre più vasto e decisivo, chiamando in causa responsabilità e competenza. La responsabilità è connotata dalla cura della verità e della dignità di ogni persona e si esprime nella lealtà verso i destinatari, che non sono pecore. In caso contrario, saremmo di fronte a dei mercenari che non si curano dei destinatari del loro lavoro».

Il vescovo ha citato la sua ultima Lettera pastorale «Servire la vita dove la vita accade», con indicazioni valide anche per il mondo della comunicazione. «Dobbiamo accogliere la vita non dove vorremmo, ma dove accade, cioè esserci, servire, non approfittare, non chiudersi nei propri interessi, avere a cuore la persona e i suoi bisogni». Poi ha ripreso il messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali, intitolato «“Vieni e vedi” (Gv 1, 46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono». «Anche io esprimo la mia ammirazione verso chi lavora nel vasto campo della comunicazione, soprattutto in questi mesi di pandemia, dove avete servito una vita impoverita dal punto di vista economico, sociale e nelle relazioni personali e comunitarie. C’è bisogno di servire con lealtà la comunicazione nonostante le difficoltà, perché sono necessari anche i ristori della mente e dell’anima, non soltanto del corpo. San Paolo è stato un comunicatore perché ha vissuto ciò che ha testimoniato». Infine un’altra citazione del messaggio pontificio. «Il Papa scrive “Vieni e vedi”, che è il metodo più semplice per conoscere una realtà, incontrare le persone nella vita, spesso vittime di distanza fisica ed esistenziale nell’attuale mondo globalizzato».

Fra i concelebranti c’erano: il vicario episcopale monsignor Vittorio Nozza; monsignor Arturo Bellini, direttore de «L’Angelo in famiglia»; monsignor Alberto Carrara, già direttore del sito Santalessandro.org; il segretario generale della curia monsignor Giulio Dellavite; il parroco delle Grazie monsignor Valentino Ottolini.