L’avventura di dare vita a un giornale online. E un segno di gratitudine

A seguito della lettera con la quale monsignor Alberto Carrara ha annunciato la fine del suo impegno di redazione nel settimanale online della diocesi di Bergamo Santalessandro.org pubblichiamo come testimonianza di affetto e gratitudine lo scambio di messaggi con l’avvocato Antonio Giudici, presidente della società editrice Bergamo Editoriale.

DA ANTONIO GIUDICI A MONSIGNOR ALBERTO CARRARA

Carissimo don Alberto,
ho atteso volutamente qualche giorno a riscontrare la tua del 21 gennaio perché non ti nascondo di aver dovuto metabolizzare dentro di me un misto di sentimenti nati ed alimentati dall’intrecciarsi di rammarico per il congedo, di ammirazione per la persona che sei, di gioia ed orgoglio per averti avuto con noi e di gratitudine, davvero tanta gratitudine, per tutto quello che hai fatto: quindi un insieme di tanti impeti interiori che si uniscono e si assommano a testimoniare l’affetto di cui non puoi dubitare ed a sostenere il mio (anzi il nostro) “grazie”, tanto sincero quanto profondo, pur nella sua semplicità e senza enfasi alcuna, proprio -mi permetto di immaginare- come piace a te, che non gradiresti cose e forme più pompose e paludate.

E dico “nostro” perché sono certo di rappresentare ed esprimere il sentire non solo mio personale ma sicuramente anche la condivisione da parte dell’intero consiglio di amministrazione e di tutto lo staff che costituisce la nostra formidabile “squadra”, all’interno della quale ciascuno di noi, nessuno escluso, per un verso o per l’altro ti deve veramente tanto.

Parlare della Rivista è parlare di te: l’hai pensata, l’hai voluta, l’hai protetta, l’hai fatta crescere, l’hai resa vivace, l’hai fatta sentire al mondo esterno, hai accolto e raccolto tale mondo dentro la stessa rivista, l’hai fatta gustare a sapienti e non, l’hai fatta oggetto del tuo sapere e frutto del tuo essere, e qui mi fermo perché diversamente vi sarebbe tanto altro da dire.

Mi e ci conforta la certezza che, al di là del cambio formale, la tua “presenza” (intesa nel senso più pieno) sarà sempre accanto a noi ed alla nostra avventura, la quale porterà sempre con sé e dentro di sé (ed è questo l’augurio che faccio alla tua creatura) la tua “impronta” indelebile.

Non mi vergogno nel dirti che, avvicinandomi a concludere, la commozione mi tocca dentro e pertanto non volermene se sentirai nel mio abbraccio quel “sottile dispiacere” che, in realtà e paradossalmente, contiene in sé il sorriso che ci viene spontaneo quando diciamo “arrivederci” ad un amico grande, sincero e prezioso. Quello sei tu.

A presto (e non è un modo di dire…)

Antonio

DA MONSIGNOR ALBERTO CARRARA AD ANTONIO GIUDICI

Caro Antonio,

                  scusa se ti rispondo con un po’ di ritardo. Ho avuto riunione fino a una mezzoretta fa. Ti sei commosso tu, ma hai commosso anche me. Accidenti ai sentimenti e alla vecchiaia che rende tutto più forte perché chi deve vivere quei maledetti sentimenti, nella fattispecie il sottoscritto, è più fragile.  

        Grazie davvero per tutto quello che mi dici. Sei rimasto mio ex-alunno che esalta tutte le figure della propria giovinezza. Quella esaltazione è frutto del tempo che abbellisce tutto e quindi, per forza di cose, è “esagerata”. Ma il sentimento che la detta è sincero: su questo non ci sono dubbi. Di questo soprattutto ti ringrazio. Tantissimo. Penso che sia proprio una delle più belle e delle più rare consolazioni della vecchiaia: questi scampoli di riconoscenza che, anche e soprattutto perché sono un po’ esagerati, rendono dolce il pensare a quello che si è fatto e accettare con più serenità quello che sarà. Grazie davvero.

        Auguri per te e per tutti gli amici del Cda. E anch’io spero di rivederti presto. Lo spero proprio.

                                                                                                don Alberto